Comune di Reggio Emilia

Corali

I libri corali erano utilizzati, come suggerisce il termine, per le parti cantate della liturgia religiosa. Ricoprendo anche una funzione di rappresentanza e suntuaria e dovendo peraltro essere letti quasi sempre da tutti i componenti del coro, il loro formato era molto grande (anche 55 x 40 cm) e venivano collocati, durante le funzioni, su un monumentale leggio, denominato “badalone”.
Presso la Biblioteca Panizzi si conservano diciannove corali miniati, tutti databili dalla metà del secolo XV al primo ventennio del secolo XVI, con l'eccezione di una testimonianza tardiva che giunge quasi a lambire il secolo XVII. I corali della Panizzi, giunti in biblioteca nel 1873, a seguito della soppressione delle congregazioni religiose, stabilita per legge nel 1866, provengono dalla Basilica della Beata Vergine della Ghiara (sei), dalla Cattedrale (due o tre) e da altre chiese reggiane non identificate.
La maggior parte di essi documenta il trapasso, in ambito locale, dal tardogotico di prevalente influsso lombardo, allo stile rinascimentale ferrarese, non senza interessanti sincretismi.
Il più antico è l’Innario 17.A.153, con sette iniziali figurate in stile tardogotico lombardo e la sottoscrizione del calligrafo Guiniforte da Vimercate, a torto ritenuto autore delle sezioni miniate, mentre sembra essere l’artefice delle lettere filigranate.
Di poco successivo è l’Antifonario 17.A.133, che, con il gemello 17.A.132, è ancora pienamente immerso nella temperie tardogotica, in particolare per l’iniziale figurata con Giuditta e Oloferne, splendido esempio di decorativismo gotico e, come sembra frequente in area reggiana, adeguamento più riuscito a un repertorio aulico, quasi tardotrecentesco.
Un corale che documenta ancora una volta la cultura tardogotica locale, con i suoi diversi influssi, lombardo e parmense, è l’Antifonario 17.A.144, proveniente dalla Cattedrale di Reggio. Il manoscritto è composito, essendo formato da una parte prevalente, databile al 1455-1460 e da un inserto che risale al primo decennio del secolo XVI. Nella parte più antica, la miniatura che ha attirato l’attenzione degli studiosi è il S. Martino e il povero, in cui è evidente il modello dei maestri parmigiani, aggiornati secondo i dettami del gotico maturo. Nell’inserto cinquecentesco, invece, una Trasfigurazione farebbe pensare alla bottega bolognese di Giovanni Battista Cavalletto.
Più chiaramente orientati verso stilemi ferraresi e rinascimentali sono due Graduali. Il primo è il Corali 17.A.146 della Cattedrale, ravvivato da trentotto iniziali decorate, probabilmente ispirate a Guglielmo Giraldi, accanto alle quali appaiono tre iniziali figurate (David in preghiera, Adorazione dei Magi, Natività), che denotano invece ancora un intreccio con il tardogotico. Secondo, non certo per importanza, è il Corali 17.A.142, assegnabile al primo decennio del secolo XVI. Esso contiene una sola iniziale figurata (Resurrezione) e trenta splendide iniziali decorate, che sembrerebbero attribuibili alla bottega del bolognese Giovanni Battista Cavalletto. Le iniziali decorate mettono in evidenza il passaggio dal secolo XV, in cui il repertorio era soprattutto fondato su decorazioni a fiori e fogliami, al secolo XVI, con l’aggiungersi di elementi come mascheroni, grottesche, draghi, animali più o meno fantastici, cesti e vasi di frutta.
Una recente acquisizione del patrimonio dei corali miniati è rappresentata dal Salterio-Innario 17.A.166 della Cattedrale reggiana, donato alla Biblioteca Panizzi dalla Fondazione Giulia Maramotti nel 2003. Ricco di sedici iniziali figurate di grande effetto impressionistico, il volume si inserisce nel contesto artistico della Bologna a cavallo tra XV e XVI secolo, dominata dalla bottega di Giovanni Battista Cavalletto, il cui repertorio si riconosce nell’intera decorazione qui impiegata, comprese le parti non figurate dei fregi e delle iniziali.
La raccolta della Biblioteca Panizzi è completata dai seguenti sedici corali, che non contengono miniature: 1. Corali 17.A.137, Antifonario Proprio dei Santi da Sant'Antonio da Padova all'Avvento, proveniente dalla Basilica della Beata Vergine della Ghiara e facente parte della stessa serie francescana dei Corali 17.A.134, 17.A.140, 17.A.145, 17.A.150 e 17.A.151; 2. Corali 17.A.139, Graduale del Tempo dalla quarta domenica in Quadragesima al Giovedì Santo, continuazione del 17.A.138 col quale, in effetti, costituiva un unico volume, scisso nel secolo XVIII, proveniente anche questo dalla Basilica della Ghiara come tomo di uno stesso graduale francescano di cui facevano parte anche i corali 17.A.141, 17.A.143 e 17.A.154; 3. Corali 17.A.147-149, corali cartacei a stampa (XVI-XVII secolo); 4. Corali 17.A.152, corale cartaceo (XVIII secolo); 5. Corali 17.A.155, corale cartaceo (XVIII secolo); 6. Corali 17.A.156, corale cartaceo a stampa (XVII secolo); 7. Corali 17.A 157-159, corali cartacei (XVIII secolo); 8. Corali 17.A.160-161 corali cartacei a stampa (XVII secolo); 9. Corali 17.A.162, corale cartaceo a stampa (XVIII secolo); 10. Corali 17.A.163 e 17.A.165, corali cartacei (XVIII secolo). Gli unici volumi quattrocenteschi, i Corali 17.A.137 e 17.A.139, presentano capilettera filigranati a inchiostro alternato rosso e blu, di tipologia e qualità analoghe a quelli delle rispettive serie liturgiche.