Comune di Reggio Emilia

Corali 17.A.146

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Graduale del Tempo dalla prima Domenica di Avvento alla terza Domenica di Quaresima, Reggio Emilia, [1480-1490 ca.], inc. "Ad te levavi", exp. "secula secu-".
 
Questo corale presenta tre iniziali figurate, di qualità non troppo sostenuta, che mostrano però una combinazione interessante tra stilemi derivati dai miniatori ferraresi rinascimentali, e un substrato ancora tardogotico, di derivazione lombarda ma diffuso anche nella vicina Parma, che causa una difficile assimilazione delle nuove tendenze "moderne", evidente nell'imbarazzo nelle rese dei volti, nella scansione dei differenti piani prospettici del paesaggio, e in altre ingenuità. Con una tenuta stilistica meno forte, una situazione che, in aree prossime, trova buoni confronti: in particolare, il maestro del nostro volume è affine al decoratore che per il Convento della SS. Annunziata di Parma esegue i corali A, P e K, e cioè il 'Maestro del libro d'ore Sanvitale', certo, senza quell'autoconsapevolezza nelle scelte formali che credo contraddistingua, seguendo in questo mio giudizio la lettura che ne hanno dato in più momenti gli studi precedenti sull'argomento, quest'ultimo autore (Zanichelli 1994b; Zanichelli 1995). Per quanto concerne la cronologia del corale della Biblioteca Panizzi, è difficile pronunciarsi su un manufatto comunque "ritardatario": si può pensare a un'assimilazione difficoltosa, per i motivi accennati legati a un milieu ancora tardogotico, ma quasi immediata, di un referente ferrarese come Giraldi, nella fase in cui si dedica - assieme alla bottega - alla Bibbia, ma soprattutto ai corali della Certosa: e allora si potrebbe collocare questo maestro tra la fine degli anni '70 e la prima metà del nono decennio del secolo XV; o immaginare uno sviluppo derivato da Cosmè Tura, parallelo a quello di Martino da Modena (cui si apparentano, specie iconograficamente, alcune scene di questo volume) o in seguito dell'Argenta (Miniatura a Ferrara 1998, pp. 269-287, Giovannucci Vigi, Benetazzo), certo meno sostenuto qualitativamente: e allora saremmo nel pieno degli anni '80, o verso la loro fine; oppure, ancora, leggerlo come invece derivato dall'autore della gran parte dei corali del Duomo ferrarese (cui comunque lo legano molte scelte, non solo repertoriali): e si scivolerebbe ancora più in avanti. Meglio stare, credo, nel mezzo: e una datazione poco prima, o poco dopo, il 1485 - poco più tardi di quanto avessi pensato in un primo momento - mi pare possa essere coerente, anche in rapporto alla struttura impaginativa del frontespizio, con un fregio di impronta ferrarese, riquadrato e con inserti figurati, di qualità migliore che non le scene delle iniziali (si tratta allora di un maestro specializzato nelle parti accessorie della decorazione, qui alle prese con un incarico che gli imponeva di eseguire da solo tutto il programma?); e ancor più valide appaiono le iniziali solo decorate: ben trentotto, si apparentano strettamente alle scelte estensi rinascimentali, e derivano il loro repertorio da quello ferrarese dell'ottavo decennio del XV secolo, soprattutto dal già citato Guglielmo Giraldi e dalla sua bottega.