![](http://panizzi.comune.re.it/immagini/Miniature/Codici/Mss.%20Regg.%20F%20393/MSREGG%20F393a.jpg)
La decorazione di questo manoscritto, di qualità non trascendentale, si inserisce bene nell'ambito delle derivazioni del repertorio ferrarese di tipo rinascimentale; a differenza di quanto si nota in altri pezzi conservati presso la Biblioteca Panizzi, specie di ambito liturgico (come il
Mss. Regg. C 407), questo lessico non è miscelato ad altri influssi.
Gli elementi vegetali che compongono le lettere, molto spessi e carnosi, presentano una forte insistenza disegnativa: si vedano soprattutto quelli a c. 32r. Per quanto attiene invece alle sezioni figurate, presenti in numero assai limitato solo in relazione ai testi dei più importanti santi cittadini, il richiamo agli esempi estensi si può precisare a favore della corrente più espressiva che faceva capo a Giorgio d'Alemagna (Toniolo 1994, pp. 231-240; Toniolo 1997, pp. 412-421;
Miniatura a Ferrara 1998, pp. 88-91, 92-99, 137-144, Medica, Lollini, Mariani Canova, Toniolo) e ai miniatori che lo tenevano come prototipo (quello del ms. 302 della Biblioteca Classense di Ravenna, per esempio: cfr.
Miniatura a Ferrara 1998, pp. 99-101, Toniolo); in questo senso il presente volume trova un evidente parallelo nella Bibbia Arlotti,
Mss. Vari B 119 di questa stessa raccolta, dove le figure delle iniziali e dei tondi, fatica del miniatore forse meno valido tra i due attivi nel codice, è tanto vicina a questa da lasciar anche lecitamente ipotizzare, seppur in via dubitativa, che si tratti del medesimo decoratore.