Comune di Reggio Emilia

Mss. Regg. C 407

Scheda    Galleria

Lezionario, [1460-1465 ca.].
Questo manoscritto costituisce uno dei pochi esempi sicuri di codice liturgico rinascimentale di ambito reggiano. La sua collocazione geografica e cronologica ci è assicurata da alcuni dati: a c. 3v, nel calendario, viene evidenziato san Prospero, mentre alle cc. 4v, ancora nel calendario, e 142r si ricorda la Trasfigurazione, ufficializzata liturgicamente da papa Callisto III nel 1457; una terza sua citazione, a c. 189r, viene seguita dal testo relativo alla sua celebrazione, che viene però aggiunto alla fine della sezione, prima del Commune Sanctorum; è possibile che questo volume sia stato dunque eseguito poco dopo l'istituzione della festività citata, con qualche problema di coordinamento nell'assemblaggio dei testi, oppure che sia stato trascritto da un antigrafo comprendente già questa (relativa) anomalia. In ogni caso, la datazione post '57, e verosimilmente nei primi anni '60, appare certa.
Le iniziali decorate del codice si possono facilmente collocare nel contesto emiliano del secondo '400 influenzato sì dalle elaborazioni ferraresi delle grandi imprese per gli Este, a partire dagli anni a cavallo tra '40 e '50, ma nelle zone occidentali, tra Parma e le zone modenesi, anche depositario di una tradizione locale che, seppur non di livello eccelso, è interessante per la compresenza di elementi tardogotici riferibili sia a una specificità autoctona sia a derivazioni lombardeggianti (non conosco direttamente il Breviario ms. Ottoboniano Latino 544 eseguito a Reggio Emilia nel 1465, giudicato di gusto lombardo, con qualche imprestito lessicale ferrarese, dalla Zanichelli: cfr. O'Brien 1992, p. 149; Zanichelli 2000, p. 34-35); il maggiore rovello disegnativo negli elementi vegetali, rispetto ai grandi prototipi ferraresi, si ritrova pure in altri pezzi sicuramente reggiani, come il Mss. Vari A 59/1, eseguito in città nel 1463, con ciò confermando la cronologia prima proposta (questo meticciamento, assieme stilistico e repertoriale, è il Leitmotiv di Zanichelli 2000, con rimando a interventi precedenti sullo stesso tema). Il tono cromatico assai basso, quasi scolorito, più che da opzioni formali specifiche, viene motivato dalla conservazione non ottimale. L'unica sezione figurata, l'incipitaria di c. 7r con San Paolo, si mostra compartecipe di tratti formali analoghi a quelli riscontrabili in alcuni corali reggiani (17.A.135 e 17.A.136), e in qualche momento meno qualitativamente elevato di alcuni libri liturgici parmensi, quali i mss. R e Q alla Chiesa della SS. Annunziata (circa 1458-65), facenti parte di una serie di corali (Zanichelli 1994a, pp. 12-14, 98-100; Zanichelli 2000, pp. 32-33) trascritta - in toto o in parte - da quel Giovanni Coppo che sappiamo attivo pure nella città per cui fu eseguito il nostro volume, a confermare interscambi tra le due aree, probabilmente (almeno in origine) tramite la circolazione interna all'ordine francescano.