Comune di Reggio Emilia

Pierre Albasser

di Bianca Tosatti

Tutto incomincia, non solo per Albasser, ma anche per noi, quando abbiamo bisogno di fluidificare il pensiero, di scioglierlo dal nodo concreto a cui lo sta legando l’argomento di discussione – e quasi sempre la discussione di lavoro in epoca moderna viene condotta al telefono. Pierre Albasser era ingegnere e il suo lavoro per una grande società di progettazione doveva essere molto impegnativo: niente di straordinario che, con la biro in mano, disegnasse istintivamente su qualsiasi supporto le scariche toniche, i ritmi organizzativi e dinamici della parte sotterranea della sua attenzione.
In generale dunque tutti sappiamo che gli scarabocchi sono relazionati con la capacità dissociativa della nostra mente: da una parte stiamo parlando al telefono, ascoltando un discorso in un convegno, in una riunione o tentando di risolvere un problema in modo consapevole, dall’altra l’inconscio si esprime attraverso la forme disegnate nei modi più diversi. Questi cosiddetti “scarabocchi al telefono” sono dunque materiali molto comuni all’esperienza di ognuno di noi e spesso siamo stati suggestionati dalla tentazione di interpretarli psicologicamente, compilando addirittura dei veri e propri campionari di segni che rivelerebbero degli aspetti nascosti della nostra personalità. Se queste esercitazioni si mantengono su un piano di curiosità e di intrattenimento, come l’astrologia e molte altre metodologie divertenti (non dobbiamo dimenticare che l’etimologia di di-vertire riporta al significato di distogliere da), possiamo accettarle con leggerezza; ma quando assumono un tono para-scientifico dobbiamo fare attenzione a molti errori, anche recenti, che hanno segnato gli studi psichiatrici fra Otto e Novecento in senso patografico, quando cioè si ricercava nei prodotti artistici in genere e soprattutto degli ammalati mentali i segni caratteristici delle patologie psichiatriche.
Sgomberato il campo da questo rischio, possiamo tranquillamente affermare che anche i cosiddetti scarabocchi al telefono appartengono, come l’arte, alle modalità di comunicazione non verbale e simbolica: il colore, il ritmo, il movimento, la postura, l’uso di materiali esprimono cioè, spesso in forma immediata, stati d’animo, sensazioni, emozioni e vissuti complessi.


Traduzione al francese a cura di Claire Guiraud
Biografia dell'autore a cura di Dino Menozzi