Comune di Reggio Emilia

Mss. Vari A 59/1

Scheda     Galleria

Miscellanea di medicina, 1463.
 
Questo codice è uno dei pochi conservati presso la Biblioteca Panizzi che possa vantare un'esecuzione reggiana certa e documentata; le annotazioni ci assicurano infatti che il codice venne trascritto dal copista olandese Cornelius van Reymetzwael, al lavoro sulle diverse sezioni testuali del manoscritto nel periodo tra marzo e aprile del 1463, e fu realizzato per il medico reggiano Niccolò di Cristoforo Ardizzoni, che tiene a precisare in una nota, non tanto che volle far decorare il pezzo con iniziali miniate, ma che fece apporre il proprio stemma familiare sul frontespizio; il valore di sette fiorini d'oro, dichiarato esplicitamente (in seguito a una stima, o in sua previsione?) appare del tutto congruente a un volume trascritto da un copista professionista e decorato con una certa cura; la lettera del testo delle sottoscrizioni del copista e del committente, di per sè, non esclude che la decorazione si sia aggiunta in un secondo momento - ma mi pare che questa possibilità sia alquanto remota.
La facies del programma a pennello, costituito - a parte lo stemma - da sole iniziali decorate, mostra un palese apparentamento alle tipologie decorative rinascimentali ferraresi, con eleganti corpi a volute fogliacee su moduli quadrangolari in oro e blu filettato di bianco, con l'aggiunta di altri elementi vegetali, particolarmente corposi, a definire brevissimi fregi fuoriuscenti dalle incipitarie (d'altra parte, lo stesso Niccolò ci ricorda che siamo al tempo "Borsis extensis Regij ac Mutine ducis"), cui si sovrappongono - come di consueto in zona - elementi più legati al tardogotico locale. Che a Reggio avessero la propria attività una o più botteghe di miniatori, tra la fine del sesto e settimo decennio del XV secolo, ce lo confermano, oltre a questo volume, almeno un paio di altre presenze certamente locali: in questo senso, del tutto simili ai motivi decorativi qui presenti sono quelli che ritroviamo in alcuni volumi liturgici, ora anch'essi alla Panizzi (Corali 17.A.138, 17.A.141, 17.A.154), e datati tra 1458 e 1464, provenienti da un complesso religioso locale, e che possiamo con qualche tranquillità riferire, non alla stessa mano del Mss. Vari A 59/1, ma almeno a un suo stretto affine, forse compagno di lavoro in una medesima entità produttiva.