Comune di Reggio Emilia

Zona Franca. Opere dal Fondo Menozzi di Arte Irregolare

a cura di Chiara Panizzi, con la collaborazione di Bianca Tosatti e Dino Menozzi
Biblioteca Panizzi, Sala espositiva PianoTerra, 10 ottobre 2015 – 14 febbraio 2016


Dall'Art Brut all'Arte Irregolare


L'Art Brut designa opere realizzate da persone indenni da cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o nessuna parte, in modo che i loro autori traggono tutto (argomenti, scelta dei materiali, tecnica, ritmo, modi di scrittura etc.) dal loro profondo e non da stereotipi dell'arte classica o dell'arte di moda […] Questi lavori creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri e autentici – dove le preoccupazioni della concorrenza, l'acclamazione e la promozione sociale non interferiscono – sono , proprio a causa di questo, più preziosi delle produzioni dei professionisti.” (Jean Dubuffet)


L'espressione Art Brut, coniata da Jean Dubuffet negli anni Quaranta del Novecento, indica e segnala l'insieme di tutte quelle opere che non appartengono all'arte culturale, quelle opere che rendendo possibile per chi le guarda una via d'uscita dal condizionamento in cui il pensiero è imprigionato. L'opera d’arte, così come la vede Jean Dubuffet, va dunque letta come rivoluzionaria in quanto ha la pretesa e lo scopo di uscire dai canoni e dai dettami della cultura dominante in nome di una libertà creativa a cui non deve essere messo un freno.
Oggi la situazione si è evoluta: per esempio si è imposta a livello “globale” la definizione Outsider Art o Arte Irregolare, che ha definitivamente confinato nella storia del secolo scorso l’Art Brut di Dubuffet. L'Arte Irregolare non ha più quella pretesa di innocenza assoluta rispetto alla cultura, come sosteneva Dubuffet. Nessuno vive completamente isolato dal resto del mondo, la comunicazione è pervasiva come un gas inodore e insapore. Anche l’isolamento manicomiale degli anni dubuffettiani non esiste più.
L’arte irregolare dunque ci propone uno sguardo d’artista non ripiegato esclusivamente sul valore riconosciuto alla propria opera, ma che esplora, cerca e trova un valore altro di comportamenti e produzioni espressive, anche quando l’autore non ha la consapevolezza e/o l’autonomia (psichica o sociale) per affermare la propria identità personale e non solo quella artistico-culturale.


I testi e i commenti alle opere riportati in questa sezione sono tratti dal terzo quaderno didattico:
Zona Franca. Opere dal Fondo Menozzi di Arte Irregolare, a cura di Chiara Panizzi, con testi di Bianca Tosatti, Chiara Panizzi e Dino Menozzi.
Progetto grafico di Pietro Mussini.
Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, 2015, 96 p.





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