Comune di Reggio Emilia

Smells like Grunge








In un’ipotetica mappa del rock statunitense, Seattle sarebbe stata rappresentata – fino alla fine degli anni Ottanta – da un piccolo puntino perso in una regione semi-desertica al confine con il Canada. E l’unica vera ragione della sua presenza sarebbe stata quella di aver dato i natali a Jimi Hendrix, il quale però era dovuto “fuggire” oltre oceano per trovare fama, consacrazione e (tragico) destino.

Non che tra gli anni Sessanta e Ottanta la città non avesse ospitato le tipiche scene musicali statunitensi di quel periodo, esprimendo anche band di un certo interesse: dal garage dei The sonics e dei Walkabouts - presto dimenticati dai più ad esclusione di Lenny Kaye che li recuperò per il suo preziosissimo Nuggets – all’heavy metal dei Queensryche, dall’AOR degli Heart al punk-rock dei The gits - probabilmente la punk-band più importante e misconosciuta, il cui percorso verso la fama fu interrotto dalla terribile morte della leader e cantante Mia Zapata.
 

L'anonimato musicale di Seattle terminò improvvisamente tra la metà degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta grazie ad un nuovo movimento locale che divenne presto famoso con il nome di Grunge (sporcizia, porcheria). In breve avvenne che, fondendo i due generi rock di maggior successo nell’area di Seattle (compresa Olympia e Aberdeen), ovvero l’heavy metal e l'Hardcore, una serie musicisti iniziarono a sperimentare "nuove" sonorità, creando un ambiente favorevole alla maturazione di questo nuovo crossover musicale.

Se dovessimo accreditare la primogenitura di questa scena citeremmo i Melvins, i Green river (poi Mother love bone) e gli Screeming trees, anche se è difficile oggi stilare una graduatoria dei gruppi veramente seminali o fondamentali per la crescita e l’esplosione del Grunge: troppa la nostalgia per un'"epoca d'oro" nei protagonisti dell'epoca per essere oggettivi nei loro ricordi. E così nelle testimonianze raccolte da Prato in Grunge is dead si trovano spesso enfatizzati giudizi sul ruolo di band effimere che spesso non hanno lasciato traccia della loro stentata esistenza.
 

L'atto di nascita del Grunge è normalmente identificato con la pubblicazione nel 1985 di Deep Six, una raccolta di brani di gruppi minori prodotta per la locale C/Z (che insieme alla Sub Pop diventerà l'etichetta di riferimento del genere). Ma è con Ultramega OK dei Soundgarden che gli Stati Uniti si accorgono dell'esistenza di una scena musicale originale a Seattle, la cui sonorità apparve fin da subito perfetta per diventare la colonna sonora di una generazione che non riusciva più e riconoscersi nell'allora dominante Hair Metal (come venne ironicamente definito a causa dell'eccesso nella cotonatura dei capelli dei protagonisti) di Bon Jovi, Motley Crue, Skid row, ecc.  
Ma è solo con la pubblicazione nel 1991 di Ten dei Pearl Jam e di Nevermind dei Nirvana (con il decisivo supporto di major quali Geffen e Epic) che il Grunge divenne il genere rock dominante nel mondo: un exploit clamoroso e inatteso dai più, e per questo ancora più spazziante per critici e discografici, destinato a collassare nel giro di pochi anni, una morte musicale metaforicamente rappresentata dal ben più reale suicidio di Kurt Cobain.
 

Ma non è la storia musicale o un’analisi dettagliati dei vari protagonisti del movimento che ci interessa, già raccontata in decine di volumi. Pensiamo che la domanda veramente interessante da porsi è se il Grunge sia stato l’ultimo movimento rock originale o il primo dei tanti revival nostalgici che dalla metà degli anni Novanta ad oggi hanno contraddistinto la musica popolare. Ovvero, per scendere nel particolare, capire se i Nirvana furono solo una versione dei Gun’s’Roses in salsa punk oppure se rappresentarono un’attualità che seppe interpretare il disagio sociale di un’intera generazione.

Purtroppo le risposte non sono mai state univoche, suddivise tra quelle di coloro che amarono quel genere (come il critico Claudio Tedesco) o di chi lo ha da sempre considerato di scarso interesse (come Piero Scaruffi). Ci è sembrato quindi importante riproporre l'ascolto degli album che hanno fondato il Grunge, non soffermandoci però alla sola zona di Seattle ma allargando lo sguardo alla California (Tool, Stone temple pilots), a New York (Helmet, Unsane) e a Chigaco (Smashing pumpkins). 

Da parte nostra crediamo di poterci sbilanciare nel dichiarare che, al di là delle mode musicali e di costume (ricordate le camicie di flanella a quadri?), Kurt Cobain può ancora oggi essere considerato l’ultimo grande compositore rock, contradittorio e confuso quanto si vuole ma capace di fondere melodie accattivanti ad una disperazione autobiografica che trasformano le sue canzoni in un sofferto viaggio nel "no future" generazionale.
 

Ci è sembrato allora doveroso dedicare una vetrina al Grunge nell’anno nel quale si festeggia il 25. anniversario della pubblicazione di Nevermind, ancora oggi riconosciuto come un capolavoro del rock. Un album pieno di brani epocali con in più da uno dei più sconvolgenti anthem di tutto il rock: quel Smell like teen spirit che fece assurgere i Nirvana al ruolo di icona generazionale, cantori della disperazione di coloro che si sentivano esclusi dalla società americana.
Purtroppo Cobain non ebbe né la forza né la lucidità per reggere la pressione e le responsabilità che accompagnarono lo strepitoso successo di Nevermind. E molto presto iniziò quel percorso autodistruttivo (droga, depressione, tentativi di suicidio) tipico di molte rockstar a cui, certamente, non avrebbe mai voluto assomigliare.


Scarica la bibliografia (impostata fronte/retro)



LE BAND




Afghan Whigs

  


Alice in Chains

    


Dinosaur Jr.




Foo Fighters

 


Green River




Helmet

  


Hole

 


Kyuss

  


L7




Meat Puppets




Melvins

 


Monster Magnet




Mother Love Bone




Mudhoney




Nirvana

       


Pearl Jam

    


Screaming Trees

  


Smashing Pumpkins

   


Soundgarden

   


Stone Temple Pilots




Temple of The Dog




Toadies




Tool

  


Unsane



Urge Overkill, Dinosaur jr., Superchunk, e altri