raccolta di schede elettorali

Le elezioni politiche del 1913 hanno segnato un salto di qualità nella storia della partecipazione alla vita politica italiana. L’anno precedente infatti era stata approvata la riforma elettorale che estendeva il diritto di voto ai cittadini maschi di oltre 30 anni, anche se analfabeti, in modo che “da un suffragio teoricamente largo, ma nella pratica assai ristretto e quasi di classe – come scrisse Giolitti nelle sue Memorie – si passava al suffragio quasi universale”.

Le elezioni, indette per adeguare la rappresentanza parlamentare all’allargamento del corpo elettorale, registrarono un aumento del numero di elettori da 2,9 a 8,4 milioni: un ampliamento dall’8,3% al 23,2% della popolazione. Si poneva tuttavia per la prima volta un problema: come si poteva far votare liberamente chi non era in grado di leggere la scheda elettorale? La soluzione adottata fu semplice: nelle schede elettorali avrebbero potuto trovare posto i ritratti degli stessi candidati e i simboli da loro adottati.

Furono forse queste novità a motivare la creazione della Raccolta completa delle schede elettorali dei candidati alle elezioni generali del 26 ottobre e 2 novembre 1913 a Suffragio Universale (XXIV Legislatura) che è conservata presso la Biblioteca Panizzi. Ordinata in quattro volumi di grande formato (46×34 cm.), per complessive 384 pagine, la collezione raccoglie 1.686 schede elettorali, incollate a 5-6 per ogni pagina in ordine di Regione, Provincia e Collegio Elettorale. Sotto ogni scheda è riportato il numero dei voti ottenuti dal candidato. Sono documentati non solo i ballottaggi e le elezioni suppletive, ma persino le bozze e le varianti delle schede.

Un’analisi dei simboli scelti dai candidati potrebbe fornire elementi interessanti per una valutazione sui nuovi strumenti di comunicazione politica imposti dal suffragio universale maschile. Abbondano naturalmente i richiami al lavoro, sia dei campi (aratri, falci) che delle officine (martelli, incudini), le bandiere, soprattutto tricolori, ma anche gli animali (galli, cavalli, aquile), le bilance, le ruote alate, le navi, le croci, le locomotive. Né mancano le curiosità, come ad esempio i simboli che, svolgendo una funzione mnemonica, traducono in immagine il nome stesso del candidato: è il caso della pera come simbolo di Giacomo Peroni, candidato di Oleggio; degli occhi per Adamo Degli Occhi, candidato di Rho; della spada sguainata per Giuseppe Spadafora del collegio di Caccamo e persino della zeppa per Domenico Zeppa del collegio di Viterbo.

Non conosciamo il nome dello scrupoloso raccoglitore dell’interessante collezione. Il frontespizio del primo volume reca la nota manoscritta: “Scandiano 1926. Cattani Giuseppe” che tuttavia, con ogni probabilità, indica il nome dell’antico proprietario.

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