Comune di Reggio Emilia

Mss. Vari G 47

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Breviarium secundum consuetudinem Romanae curiae, [1440-1450 ca.].
 
La probabile esecuzione reggiana del volume, già ipotizzabile dal luogo attuale di conservazione in relazione alla costituzione dei suoi fondi, viene confortata anche dalla presenza, a c. 356r, dei testi liturgici relativi alla festività dei santi Crisante e Daria, rammentati anche nel calendario e dalla citazione nelle litanie di san Prospero e san Donnino; l'assenza di riferimenti alla Trasfigurazione, festività istituita ufficialmente nel 1457, orienta già di per sé verso una cronologia precoce, attorno alla metà del secolo.
Le iniziali decorate sono morfologicamente simili a quelle che troviamo in altri volumi locali, liturgici e non, soprattutto nel settimo decennio del '400 (Mss. Vari A 59/1 e A 59/2; Corali 17.A.138, 17.A.141, 17.A.154), caratterizzate dal frequente impiego di motivi floreali particolarmente carnosi e del motivo dell'intreccio a stella a riempire il fondo della lettera incipitaria; nello stesso tempo, le scelte cromatiche e la stesura apparentano più strettamente questo repertorio alla produzione tra '30 e '40 in altre aree emiliane, così come i fregi del frontespizio del Breviario, che imbastardiscono motivi del tardogotico padano, specie tra Bologna e Ferrara (con l'uso della filigrana d'inchiostro arricchita da fiori e cerchietti dorati) con elementi a fusto più tipici dell'area lombarda. Con ogni probabilità, allora, non siamo davanti a un prodotto del periodo rinascimentale, come avevo proposto in prima battuta, fuorviato dalla constatazione che motivi decorativi simili si ritrovano a Reggio - zona di forte persistenza stilistica - fino a date assai avanzate (settimo decennio e oltre), ma davanti a uno dei pochi codici del secondo quarto del secolo che ci siano pervenuti dalla zona reggiana, forse degli anni '40.
Le deboli iniziali figurate spettano in ogni caso anch'esse a una bottega locale, e si inquadrano bene nella produzione tardogotica padana della prima metà del '400: certo, come per le sezioni solo decorate, proporre datazioni strette senza aver potuto ritrovare controprove certe è in questo contesto culturale, tra Reggio Emilia e Parma, molto rischioso.