Comune di Reggio Emilia

Mss. Vari F 12

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Miscellanea di astronomia e astrologia, [1385-1450 ca.].
 
Il volume comprende una silloge di testi a tema astronomico e astrologico, di autori diversi e trascritta da più mani, che per la gran parte è possibile far risalire alla fine del XIV secolo; in questa sezione troviamo un'iniziale figurata e alcune decorate, che - o perché non terminate, o per la scadente situazione conservativa, e comunque per un'evidente e forte debolezza stilistica - non meritano particolari annotazioni, e non offrono parametri di qualche interesse ai fini di una datazione più precisa, o di una collocazione geografica; il contesto chiamato in causa è comunque quello dell'Italia settentrionale.
Di grande interesse, invece, l'ultima parte del codice, che con un certo agio si può porre nella prima metà del XV secolo: non per la scrittura, anche in questa sezione corsiva e priva di elementi caratterizzanti, quanto per il ricco e affascinante programma illustrativo. La serie delle scene segue questo criterio: per ogni astro (nell'ordine Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere e Luna), su due carte affrontate, troviamo da una parte la raffigurazione del nato sotto il relativo influsso, dall'altra le attività tutelate; la complessità del programma (non sorprendente, se si pensa alla grande attrazione delle arti visive per questi temi, dai codici astronomici delle opere classiche e poi di Basinio, ai rilievi del Tempio Malatestiano di Agostino di Duccio e bottega, giù fino al Ciclo dei Mesi di Palazzo Schifanoia, tanto per rimanere nel '400), le scelte compositive assolutamente non banali, e la disomogeneità qualitativa (con momenti davvero notevoli e cadute piatte) potrebbero lecitamente far ipotizzare che il decoratore qui attivo abbia rifruito modelli più elevati precedenti, come per altro del tutto frequente in codici di questo genere, la cui complessità testuale rendeva quasi obbligatoria la scelta di replicare un programma iconografico eventualmente presente nel prototipo che si aveva davanti, copiando cioè la parte illustrativa né più né meno di quanto avveniva in parallelo per il copista e la parte scrittoria; ciò ci permetterebbe di giustificare il non eccelso livello esecutivo, ma al contempo di salvare quanto di non banale ci riserva questo manoscritto.
La temperatura formale è quella del fiabesco mondo del tardogotico spirante, a date che dovrebbero essere comprese negli anni '40 del XV secolo; la contiguità con l'ambito pisanelliano, sia pure con ogni probabilità non assimilato ma appena orecchiato, non deve far però scordare che questa scelta appare comune in tutta la zona padana, dalla Romagna alla Lombardia, dal Veneto all'Emilia, e anche altrove; un'origine emiliana del volume non è quindi da escludere, ma verrebbe confermata più dall'attuale luogo di conservazione, se fossero noti meglio i passaggi nella storia del codice, che da dati stilistici.
Il bifolio mancante della sezione più importante, corrispondente alle cc. 75-76, è conservato alla Biblioteca Gambalunghiana di Rimini: in tutto e per tutto, sia come scelte iconografiche che stilistiche, corrisponde al resto del volume (Mariani Canova-Meldini-Nicolini 1988, pp. 173-175, Meldini).