Lo spirito della Controriforma colpisce anche le immagini: un documento conciliare del 21 gennaio 1564 decreta che "le pitture nella Cappella Apostolica vengano coperte, nelle altre chiese vengano invece distrutte qualora mostrino qualcosa di osceno o di patentemente falso". A nemmeno un anno dalla morte di Michelangelo, uno dei suoi seguaci, Daniele da Volterra, viene così incaricato di velare con panneggi le nudità delle figure sacre. Molto spesso anche le illustrazioni dei libri considerate oscene vengono coperte o cancellate.
Come era l'originale
Anche in questo caso lo spirito della Controriforma colpisce anche le immagini: molto spesso anche le illustrazioni dei libri considerate oscene vengono coperte o cancellate.
Particolare
La Cosmographia Universalis è una delle opere più note dell'umanista, cosmografo, geografo e teologo tedesco Sebastian Munster (1489 - 1552). L'opera, che costituisce un compendio delle conoscenze storico-corografiche e geografiche del tempo, fu edita per la prima volta in lingua tedesca a Basilea nel 1544, in sei volumi e illustrata da 471 xilografie e 26 carte geografiche. In meno di un secolo ne furono stampate circa cinquanta edizioni nelle diverse lingue. Il nome di Munster è inserito nell'Indice dei libri proibiti tra gli autori della prima classe, dei quali sono proibite tutte le opere. In questo esemplare espurgato, il censore non si è limitato a cancellare i nomi e i brani incriminati, ma si è accanito anche sui ritratti di Erasmo da Rotterdam e dello stesso Munster.
Nel dicembre del 1595 il vescovo di Reggio, Claudio Rangoni, pubblica questo editto nel quale sono riprodotti gli ordini e le prescrizioni dell'Indice clementino, ai quali devono attenersi i librai, gli stampatori, i doganieri e gli eredi che ricevono appunto in eredità libri. Tra gli obblighi dei tipografi è incluso anche quello di non stampare alcuna immagine che rappresenti "atto brutto, dishonesto o lascivo nemmeno tra le lettere maiuscole, in particolare nei libri ecclesiastici". Da quella data nei libri pubblicati a Reggio dalla tipografia di Ercoliano Bartoli, il solo tipografo attivo in città, vengono censurate le iniziali iconografiche che presentano le caratteristiche previste dall'editto.
Reggio Emilia, per Hercoliano Bartoli, 1596
Reggio Emilia, per Hercoliano Bartoli, 1596.