le ventarole nascoste

Nei volumi antichi non è raro che alcuni elementi della struttura esterna presentino un interesse maggiore dello stesso contenuto del libro. Per secoli, ad esempio, le pagine in pergamena di antichi codici manoscritti vennero riutilizzate come copertine o come materiale di rinforzo per rilegare altri volumi ed oggi quei preziosi frammenti non rappresentano solo una documentazione di eccezionale importanza, ma possono persino, nei casi più fortunati, tramandarci brani di opere andate perdute nel grande naufragio del patrimonio letterario classico e medievale.
Nel nostro caso è stata la legatura in pergamena di un libro del Seicento a riservarci una curiosa sorpresa, consentendo di recuperare alcune rare testimonianze della cultura popolare dell’epoca.

Un piatto interno del volume lasciava infatti intravedere la porzione di un’immagine silografica. Affidato alle esperte mani di una restauratrice, il libro ha rivelato il proprio segreto: entrambi i piatti della coperta erano stati rinforzati all’interno con alcuni supporti di cartoncino rigido, i quali altro non erano che le pagine di quattro ventole, le antenate dei moderni ventagli.

La ventola ha rappresentato un accessorio importante nella storia dell’abbigliamento e del costume italiano tra Cinquecento e Settecento. La sua struttura era molto semplice: un lungo manico in legno con una scanalatura in cui veniva incastrata e fissata una pagina rettangola­re di cartone, su cui era poi applicato un foglio a stampa con una coppia di immagini accostate, ripiegato in modo che entrambi i lati della pagina venissero ricoperti. Venduta da ambulanti che con il loro cesto percorrevano strade e mercati, la ventola era un oggetto di uso comune molto diffuso, tanto che i fogli per ventole costituiscono una documentazione fondamentale per ricostruire la storia della stampa popolare italiana e di alcuni dei suoi temi più caratteristici: i contrasti d’amore, gli avvenimenti storici e fantastici, i racconti satirici e umoristici, i rebus e i giochi enigmistici. Ventarola era poi chiamata una composizione poetica o una canzonetta, venduta appunto sotto forma di ventola.
 
È questo il caso dei quattro fogli ritrovati all’interno del nostro volume, tre dei quali, stampati dalla tipografia Gariboldi attiva a Milano nel Seicento, riportano le seguenti canzonette: Canzonetta nuova, dove s’intende un giovine abbandonato dalla sua innamorata; Nuova canzonetta curiosa chiamata Povero amante; Canzonetta nuova, dove s’intende i giovani vogliono abbandonar le sue morose, da cantarsi sull’aria della più nota Chi vuol andare in Spagna vada. Il quarto foglio è illustrato invece da due immagini accompagnate da alcuni versi e modulate sul consueto tema delle pene amorose: nella prima una donna soffia sul fuoco del cuore dell’innamorato, mentre Amore versa acqua per raffreddarlo; nella seconda una “Donna infedel” cerca, con “ingrato core”, di ferire Amore con una freccia.

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