Comune di Reggio Emilia

Le opere giovanili

Un'opera in forma di lettera, indirizzata Al signor Giulio Montanari della Mirandola (Parma, dalla stamperia Carmignani, 1795), costituisce, da parte di Filippo Re, la prima organica formulazione dell'agronomia intesa come attività sperimentale nella quale "pratica" e "teoria" si compenetrano. A questa concezione l'autore pervenne attraverso l'acquisizione di una vasta cultura che spaziava dall'entomologia alla botanica, dalla chimica alla fisica, alla mineralogia, come attestano sia i cataloghi della sua biblioteca personale (che egli continuamente aggiornava), sia il Saggio di bibliografia georgica pubblicato a Venezia nel 1802.

In questa minuta giovanile rimasta inedita, si avverte l'eco delle dispute astrofisiche dell'Accademia degli Ipocondriaci di cui Filippo Re era membro. Lo studio, che costituisce un atto di fede nel valore pragmatico della scienza, si oppone alle credenze popolari sostenute nel mondo rurale anche dai caratteristici calendari detti "lunari".

Filippo Re si dichiara qui "nemico […] della vantata influenza della luna sulla vegetazione" ed arriva ad istituire un parallelo fra credenze astrologiche e credenze magiche, quali i racconti di streghe e folletti che spaventano i fanciulli, accomunandole in un giudizio estremamente negativo.

Quest'opera, tra le primissime a stampa della produzione scientifica di Filippo Re, è costituita da un centinaio di enunciati di fisiologia vegetale (organi e sviluppo delle piante, fattori chimici e ambientali che ne influenzano la crescita, funzione e composizione del terreno, applicazione di queste conoscenze all'agricoltura), proposti a Giulio Montanari, allievo del Seminario Collegio di Reggio Emilia, che rivelano da parte del Re la conoscenza delle opere dei principali scienziati del tempo, il superamento delle superstizioni tradizionali e l'interesse per l'applicazione del metodo sperimentale alle scienze agronomiche.