Comune di Reggio Emilia

La città


La città, come le sue strade, le piazze e gli scorci, è stata per Farri un'importante palestra di lavoro su commissione e di ricerca personale.

Le sue prime indagini di documentazione e per certi versi conoscitive, risalgono agli anni Sessanta, quando egli riceve l’incarico di eseguire un’attenta lettura del massiccio edificio del Teatro “Romolo Valli” per la realizzazione di un libro fotografico con il testo di Ugo Bellocchi cui seguirà, dieci anni dopo, un altro volume sempre sul Teatro con testo di Anna Maria Parmeggiani e Mario Degani, allora direttore dei Civici Musei, con il quale inizierà un'intensa attività professionale legata alla documentazione delle opere ma anche all’attività di scavo della Società Reggiana d’Archeologia. Nel frattempo Farri esegue l’indagine sulla Basilica della Beata Vergine della Ghiara su incarico di Nerio Artioli e Elio Monducci. Sono volumi che testimoniano un interesse storico architettonico e che comunicano le emergenze architettoniche attraverso un linguaggio formale rigoroso, costante e attento all’insieme e ai dettagli, per individuare la forma geometrica pura e restituirla attraverso la fotografia. Farri raccoglie quindi la tradizione formalistica della fotografia artistica italiana. E’ una modalità d'indagine che porta l’occhio di Farri dallo sguardo generale per poi declinarsi nei dettagli, attraverso una luce radente capace di leggere e far risaltare le superfici con una ricca gamma di toni, anticipando e gettando le basi per la sua ricerca successiva, che avrà titolo Superfici. Per Farri il fotografare è sostanzialmente necessità di esprimersi, capire la realtà attraverso il piacere di raccogliere scatti, di raccontare, di mostrare, di spiegare con l’evidenza delle immagini il suo progetto. Farri declina, in un primo momento, il linguaggio della fotografia come strumento di rilevazione che rimarrà una costante del suo lavoro. Afferiscono a questo linguaggio le indagini sulla Basilica di San Prospero, sulla Cattedrale e sulle chiese del centro storico, sui palazzi reggiani e sull’architettura rurale.

La prima pubblicazione che raccoglie, invece, lo sguardo artistico di Farri sul centro storico di Reggio Emilia, cogliendone scorci inediti e curiosi risale al 1977, dove l’autore propone sia immagini aneddotiche e bozzettistiche, di chiara ispirazione neorealista, che di documentazione. Una cifra stilistica che lo porterà a realizzare altri libri, come quello su Piazza san Prospero, caratterizzato dal “Mercato delle Erbe”, dal titolo in dialetto reggiano: Piâsa céca, del 1993 e, più tardi, Piazza Fontanesi del 1998. La narrazione e la descrizione sono i due criteri della costruzione di quest'ultimo volume, realizzato a colori. Immagini, ma soprattutto inquadrature che sono rese anche in bianco e nero e sono presenti nel suo archivio. La città, e vedremo in seguito anche il paesaggio, diventa quindi “scena” per un genere fotografico caro all’autore: la figura ambientata. L’immagine dal titolo Piazza della libertà, del 1950, è allo stesso tempo un esercizio di stile, ma anche una documentazione che guarda il passato che sta cedendo il passo alla vita moderna; così vanno lette anche altre immagini, come ad esempio quelle del Grattacielo di porta San Pietro costruito nel 1956. A fianco dello svettante nuovo edificio, in stile internazionale, sorto a pochi passi dalla zona antistante la stazione ferroviaria duramente colpita dal bombardamento degli Alleati del 1944, Farri inquadra il birocciaio che, secondo le tradizionali tecniche di movimentazione dei materiali edili, ne ha permesso la costruzione.

La ricerca stilistica dell’autore si esprime anche attraverso l’utilizzo delle diverse ottiche, in particolare nell’uso del grandangolo per documentare i soffitti decorati del Teatro “Romolo Valli” e di elaborazioni in camera oscura nel proporre alcune immagini di spettacoli teatrali. Questa declinazione del linguaggio caratteristico della camera oscura è inaugurato verso gli anni Sessanta, nel realizzare fotografie che Farri battezza del genere Tempo libero, dove include diversi soggetti, oltre agli spettacoli teatrali, come gli sport all’aria aperta o semplici momenti delle ferie estive.

Le Elaborazioni in camera oscura, declinate secondo una profonda conoscenza dei materiali fotosensibili, sono utilizzate dall’autore anche nei casi dove egli ritiene necessario, sottolineare i contenuti e i significati dell’immagine, quindi non soltanto per un fatto estetico e di ricerca formale come ad esempio vedremo nelle sezioni del Paesaggio e del Lavoro industriale.

Stanislao Farri, lavorando professionalmente sia nel campo dei beni culturali sia in quello industriale, non solo si inserisce nell’ambiente degli esperti del settore, ma, grazie al suo lavoro su committenza che lo libera dalla ripetitiva attività artigianale tipica della bottega del fotografo, affina e perfeziona la tecnica oltre che il linguaggio, trovando un modo personale di esprimersi all'interno del filone della fotografia amatoriale, che non disgiungerà mai da quella professionale.

 

Bibliografia di riferimento

Il Teatro Municipale di Reggio Emilia, testo di U. Bellocchi, fotografie di S. Farri, Reggio Emilia, 1962

Il Teatro Municipale di Reggio Emilia, testi di A.M. Parmeggiani e G. Degani, fotografie di S. Farri, Reggio Emilia, 1972

Gli affreschi della Ghiara in Reggio Emilia, testi di N. Artioli e E. Monducci, fotografie di S. Farri, Milano, 1970

Stanislao Farri: fotografo reggiano, testi di G. Ambrosetti e V. Ascolini, Reggio Emilia, 1976

Reggio Emilia, testo di C. Rabotti, fotografie di S. Farri, Reggio Emilia, 1977

Piâsa Céca, testo di M. Mussini, fotografie di S. Farri, Reggio Emilia, 1993

Piazza Fontanesi, testo di C. Rabotti, fotografie di S. Farri, Reggio Emilia, 1998

Stanislao Farri: fotografo reggiano, testi di G. Ambrosetti e V. Ascolini, Reggio Emilia, 1976

Il Teatro Municipale di Reggio Emilia, testi di A.M. Parmeggiani e G. Degani, fotografie di S. Farri, Reggio Emilia, 1972

Stanislao Farri: fotografo reggiano, testi di G. Ambrosetti e V. Ascolini, Reggio Emilia, 1976

Stanislao Farri. Fare fotografia, testo di M. Mussini, Parma-Regio Emilia, 1986