Benedetto Manzoli fu vescovo di Reggio dal 1578 al 1585. In questo decreto del 1579, oltre a registrare i casi per i quali riserva solo a se stesso l'assoluzione, pubblica anche un Sommario della Bolla in Coena Domini con l'elenco di quanti incorrono nella scomunica: al primo punto sono compresi "tutti gli heretici et scismatici di qualunque nome e setta" e coloro che "senza licenza scientemente leggono, tengono nelle loro case o imprimono libri d'heretici".
L'Inquisitore di Reggio si propone con questa Breve informatione di fornire ai suoi vicari un vero e proprio manuale per l'esercizio delle loro funzioni. Il trattato è suddiviso in quattro parti che trattano rispettivamente dell'autorità del vicario del Sant'Uffizio e dei delitti contro cui procedere; delle procedure con cui si istruiscono i processi e si interrogano testimoni e sospettati; della formulazione di citazioni, precetti e decreti; di alcuni consigli di carattere generale. In appendice sono pubblicati gli Avvertimenti in materia di Libri prohibiti e sospesi.
Joannes Oporinus, stampatore a Basilea di Lutero e Melantone, era stato incluso nell'Indice del 1559 tra i tipografi di cui era stata proibita l'intera produzione. Il proprietario di questa edizione di Isocrate, stampata appunto da Oporinus, per sfuggire al controllo inquisitoriale, ne sostituì il frontespizio con un altro fatto stampare appositamente dal tipografo reggiano Ercoliano Bartoli che vi inserì la propria marca tipografica, eliminando ogni riferimento al vero stampatore
In: Francesco Giuseppe Franchi, Memorie della città di Reggio di Lombardia raccolte da varii autori, Mss., [1504-1744 ca.], c. 218r-219r.
Il domenicano Cipriano Minuti da Cremona, inquisitore di Reggio, con questo editto impone che entro un mese vengano denunciati al Sant'Uffizio i sospettati di eresia e di stregoneria e coloro che "ritenghino scritti che contenghino Eresia o libri d'Eretici". Con "ordini particolari" ricorda poi agli stampatori, ai librai e ai doganieri gli obblighi connessi alla pubblicazione, al commercio e alla circolazione dei libri. Anche ai "Ciarlatani e Cantimbanchi" si fa obbligo "sotto pena della frusta o di 50 ducatoni, che non vendino historie, canzoni, libretti, fogli o quinternetti che prima non siano veduti da Noi, o da nostri Vicarij".
Nel 1815 il Duca, appena rientrato in possesso dei suoi domini, volle che la Biblioteca Comunale di Reggio fosse trasferita da Palazzo San Giorgio, restituito ai Gesuiti, nei locali delle canoniche soprastanti il Broletto. Giuseppe Vecchi, assistente bibliotecario dal 1822 al 1859, pose mano ad una riorganizzazione del patrimonio librario, riservando ai libri proibiti un'intera sala, la Stanza Ottava.
Nel 1815 il Duca, appena rientrato in possesso dei suoi domini, volle che la Biblioteca Comunale di Reggio fosse trasferita da Palazzo San Giorgio, restituito ai Gesuiti, nei locali delle canoniche soprastanti il Broletto. Giuseppe Vecchi, assistente bibliotecario dal 1822 al 1859, pose mano ad una riorganizzazione del patrimonio librario, riservando ai libri proibiti un'intera sala, la Stanza Ottava.
Lo stesso Vecchi elaborava nel 1835 le Regole Generali da osservarsi nella Comunale Biblioteca di Reggio, che prevedevano al primo punto il divieto a chiunque di "chiedere di leggere libri dalla Santa Sede proibiti, se non munito dalla stessa di Licenza". In queste schede l'apposizione della nota "Prohib[itum]" segnalava il divieto di lettura di autori come Erasmo, Machiavelli, Galilei e Voltaire.
Per ottenere l'autorizzazione a leggere e a detenere libri proibiti, occorreva inoltrare una specifica richiesta al Papa. Anche le autorizzazioni più ampie mantenevano l'esclusione dalla lettura delle opere degli eretici contrari ai dogmi della Chiesa cattolica, dei libri di astrologia, dei testi di Machiavelli, di Lucrezio, del giurista Charles Du Moulin e degli scritti osceni.
Manoscritto redatto da Giuseppe Barbieri, 1801 - 1810
Manoscritto redatto da Giuseppe Barbieri, 1801 - 1810