Comune di Reggio Emilia

Il paesaggio tra Cinque e Settecento

Prima del dilagante successo nell'età contemporanea, il genere "paesaggio" ha suscitato un interesse disuguale negli artisti e nei critici a seconda dei momenti e delle aree geografiche.
Certo la produzione più ricca ed originale, entusiasmante nel suo complesso e nei singoli artisti, è quella fiamminga.
Del suo sorgere, nel Cinquecento, possiamo presentare un pezzo importante di Hans Bol ed una rarissima xilografia a due legni del Goltzius, artista famoso soprattutto nelle incisioni a bulino, in cui ebbe molti seguaci ed imitatori, anche nella stampa di paesaggio (si veda principalmente il foglio del Matham).
Presto però i pittori si diedero all'acquaforte e produssero una serie grandiosa di fogli, che possono essere detti piccoli capolavori per le dimensioni, ma sono certo grandi opere d'arte per l'originalità la sensibilità, la vita, lo spazio, la luce ... In questa schiera d'artisti già i contemporanei distinguevano gli "italianizzanti", cioè coloro che ricercavano, la serenità, l'armonia e la delicatezza dei particolari propria della nostra tradizione classica (come il Both ed il Genoels) da quelli che invece si tenevano lontani da questo influsso ed amavano visioni meno accademiche, più appassionate ed a volte drammatiche, ad esempio il Waterloo ed il Roghman.
Per affinità di stile accostiamo alle stampe di paesaggio quelle impostate sulla raffigurazione degli animali, tra le quali eccelle la produzione del Berghem.
Nella Francia, dominata dal solenne barocco di corte, il paesaggio rimase in secondo piano, anche se ebbe artisti, come Claudio di Lorena, che pure incisero e che fecero scuola.
Incantevole in questo genere è anche la scuola del Callot, il maestro dell'incisione in piccolo di cui abbiamo già parlato.
Il Settecento ha allargato l'area di produzione a tutta l'Europa, ma si è dimostrato meno fecondo e troppo vincolato all'accademia. In questo campo però si possono sempre fare scoperte molto piacevoli, come le stampe di Salomone Gessner, che tutti conoscono per i suoi idilli preromantici, ma che, a detta dei critici, avrebbe fatto meglio a scrivere meno e ad incidere di più.
E' evidente tuttavia che se in questo secolo vogliamo trovare l'eccellenza dobbiamo tornare a Venezia.

Hendrick Goltzius (Venlo, 1558 - 1616)
Paesaggio con un uomo e una donna che riposano sotto un grande albero.
Xilografia; 114x145 mm.