Comune di Reggio Emilia

Il Settecento: le nuove tecniche

In concomitanza col grande fervore illuministico si ebbe nel Settecento anche un susseguirsi di ricerche e di innovazioni strettamente tecniche, che arricchirono notevolmente il quadro della produzione incisoria.
Vi era anche una ragione più propriamente artistica che stimolava le innovazioni ed era data dal grandissimo interesse dei collezionisti per i disegni degli antichi maestri che spingeva gli incisori a tentare nuove vie per ottenere con una lastra gli stessi effetti del disegno. Si veda ad esempio l'incisione a punti (Condè, Burcke) che, sebbene non inventata allora, ebbe nella seconda metà del Settecento il massimo del successo e che si prestava ad imitare l'effetto di un pastello o di un carboncino su una carta rugosa. Bastava infatti disporre i punti in fila (anche con l'aiuto di rotelle) più o meno addensati e si otteneva la maniera crayon (cioè la maniera matita, vedi il Demarteau).
Così per imitare il disegno a penna si usò in modo particolarmente libero e variato l'acquaforte. Poi si inventò l'acquatinta per imitare, assieme all'acquaforte, il disegno a penna acquerellato (Saint Non). L'acquatinta era ottenuta versando l'acido sulla superficie di cera resa porosa, ma si otteneva un effetto analogo, con sfumature più delicate, con il lavis, cioè pennellando l'acido direttamente sul rame (Sveicart) o anche graffiando il rame con la puntasecca (Ryland).
Si inventò anche la cera molle che imita il disegno a matita (Vauthier, Vieira) per la quale si copriva la lastra con uno strato di cera più morbida del dovuto, poi si sovrapponeva un foglio di carta rugosa su cui si disegnava normalmente. La pressione della matita faceva aderire al foglio la cera, che così veniva tolta dalla lastra e su questa rimanevano i segni pronti per la morsura.
Molto intense furono anche le ricerche per produrre stampe a colori.
Fu intuita la tecnica moderna della sovrapposizione dei colori, ma non si riuscì a tradurla in pratica in modo soddisfacente, per cui ci si limitò o a fare incisioni a più lastre, ognuna con un colore da accostare agli altri, o ad inchiostrare a colori un'unica lastra (che fu il sistema più seguito).
Artisticamente più interessante è la ripresa della tecnica cinquecentesca dell'incisione a più legni (chiaroscuro) che fu operata a Venezia dal Jackson. Più spesso ci si accontentò del falso camaïeu (Pond), ottenuto con una lastra all'acquaforte e due matrici in legno.
La tecnica più raffinata e piacevole è quella della maniera nera (o mezzo-tinto) che, sebbene inventata nel secolo precedente (ne diamo un esempio col foglio del Van Somer), ebbe il massimo sviluppo in Inghilterra nella seconda metà del secolo XVIII (Earlom, Dean). L'uso di questa tecnica continuò fino alla metà del secolo successivo con effetti molto decorativi (Reynolds, Deboucourt, Jazet).

Francisco Vieira I (Lisbona, 1699 - 1783)
Donna con bimbo in paesaggio.
Vernice molle; 140x107 (153x117) mm.