Comune di Reggio Emilia

INC. G 10


Trovamala, Giovanni Battista. Summa casuum conscientiae. [Con:] Sixtus IV, papa, Bulla "Etsi dominici gregis". Venezia, Giorgio Arrivabene, 9 settembre 1495. 8°.

 
Legatura su cartone alla quale sono stati applicati i piatti di una legatura in cuoio bruno decorato a secco. Cornice esterna caratterizzata da losanghe munite di margini concavi ripetuti nei mazzi disposti verticalmente nello specchio, interna da cordami costituiti da barrette cordonate diritte e curve. Tracce di quattro lacci. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura parzialmente scomparso sul piatto anteriore, assente lungo il dorso. Bruniture ai piatti.
 
In assenza di evidenti caratteristiche stilistiche proprie di legature coeve prodotte nell’Italia centro-meridionale, l’impianto ornamentale e le note tipografiche assegnano la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, verosimilmente eseguita nell’Italia settentrionale. Le impronte decorative brunite1 ricordano l’attenzione richiesta nell’impegnativo decoro a secco, una tecnica di decorazione senza oro, impressa sul cuoio. Anticamente l’impressione avveniva sul cuoio inumidito mediante una forte e prolungata pressione manuale di matrici incise, di legno o di avorio, non riscaldate; l’ornamentazione in cavo dei punzoni dava luogo a un motivo in rilievo.
Successivamente l’impiego di matrici di ferro o di bronzo opportunamente riscaldate consentì di decorare il cuoio asciutto mediante impressione a secco. Impropriamente, invece, si continua a definire a freddo, specialmente nei testi francesi, una decorazione, priva di oro, simile a quella ottenuta dall’inizio a freddo con matrici lignee.
Questa impegnativa tecnica richiede mano ferma e sicura e lunga pratica: se troppo caldo, il ferro rischia di bruciare il cuoio; se non è abbastanza caldo non imprimerà la decorazione con il necessario risalto. I ferri impiegati per l’impressione a mano erano, e sono tuttora, i punzoni e le palette, muniti di breve manico in legno, e le rotelle, dotate invece di un lungo manico che il doratore appoggia nell’incavo della spalla per mantenere più stabilmente la prolungata pressione. Le piastre vengono impresse invece per mezzo del bilanciere. Verso la fine del secolo XV si iniziano ad eseguire anche decorazioni in oro e da allora molte decorazioni sono eseguite anche mediante una combinazione delle due tecniche.
Le legature decorate completamente a secco, note sin dal VII secolo, non possiedono il fascino delle legature decorate in oro dei secoli più recenti: anche se il loro valore artistico è in genere modesto, esse hanno tuttavia grande importanza per la storia della legatura e, addirittura, quelle più antiche, per l’archeologia della legatura.
 
Note di dettaglio