I libri ebraici costituivano il principale ostacolo alla conversione degli ebrei e furono perciò oggetto di una politica che andava a colpire con perquisizioni e sequestri la sopravvivenza di una cultura autonoma. Il Talmud, considerato libro sacro dell'ebraismo accanto alla Torà, venne incluso nell'indice del 1559 tra i libri proibiti, mentre con l'indice tridentino si apriva la possibilità di espurgarlo. Nel 1593 papa Clemente VIII, dopo aver rinnovato il decreto di espulsione degli ebrei dagli stati pontifici, eccetto Roma e Ancona, con questa bolla condannava senza appello non solo l'"empio Talmud", ma anche i libri cabbalistici sia in ebraico che tradotti. Si davano tre giorni di tempo per consegnarli affinché fossero bruciati. Tutti gli altri libri ebraici inoltre dovevano essere sottoposti a revisione.
Le due opere seguenti, come dichiara la nota manoscritta, risultano essere state revisionate da "fra Luigi dell'ordine di San Domenico" nell'agosto del 1597.
L'opera, come dichiara la nota manoscritta, risulta essere stata revisionata da "fra Luigi dell'ordine di San Domenico" nell'agosto del 1597.
L'opera, come dichiara la nota manoscritta, risulta essere stata revisionata da "fra Luigi dell'ordine di San Domenico" nell'agosto del 1597.
L'opera, come dichiara la nota manoscritta, risulta essere stata revisionata da "fra Luigi dell'ordine di San Domenico" nell'agosto del 1597.
L'opera, come dichiara la nota manoscritta, risulta essere stata revisionata da "fra Luigi dell'ordine di San Domenico" nell'agosto del 1597.
L'opera, come dichiara la nota manoscritta, risulta essere stata revisionata da "fra Luigi dell'ordine di San Domenico" nell'agosto del 1597.
Il domenicano Pietro Martire Cangiassi, Inquisitore Generale di Reggio, onde reprimere "gli abusi e scandali", rinnova con questo editto gli obblighi e le prescrizioni cui sono soggetti gli ebrei e, al capo XI, intima la consegna al Sant'Uffizio entro dieci giorni di tutti i "Libri, Commentarj o Scritti in lingua Ebraica".