Il trattato fu composto nel 1376 dal domenicano Nicolau Eymerich, inquisitore generale del regno di Aragona, e costituisce un vero e proprio manuale dell'inquisitore. Divisa in tre sezioni, l'opera esamina nella prima la dottrina cattolica, nella seconda la "malvagità ereticale" e nella terza la pratica inquisitoriale vera e propria, dall'attività dell'inquisitore alle procedure di inchiesta, dagli interrogatori ai processi. Il Directorium ebbe notevole fortuna: dopo un'ampia circolazione in forma manoscritta, fu stampato per la prima volta a Siviglia intorno al 1500 e poco dopo, nel 1503, a Barcellona; dopo un intervallo oltre settant'anni, fu nuovamente pubblicato nel 1578 a Roma, con un ampio commento del canonista spagnolo Francisco Pena, e ancora, rinnovato nella forma ed ampliato nell'apparato critico, nel 1585 e nel 1587; di quest'ultima edizione uscirono almeno quattro ristampe, tutte veneziane, tra il 1595 e il 1607.
Acquaforte. In: Cérémonies et coutumes religieuses de tous les peuples du monde. Représentées par des figures dessinées et gravées par Bernard Picard et autres habiles Artistes. Nouvelle édition. Tome troisième. Amsterdam - Paris, chez Laporte, 1789
Acquaforte. In: Salmon. Lo stato presente di tutti i Paesi e popoli del Mondo naturale, politico e morale. Venezia, presso G. B. Albrizzi, 1740 - 1766, t.
Acquaforte. In: Juan Alvarez de Colemar. Delices de l'Espagne et du Portugal. Nouvelle édition. Tome V. Leide, Chez Pierre Vanderaa, 1715
Opuscolo di propaganda antiereticale, nel quale sono descritte le atrocità commesse contro suore e religiosi cattolici dopo la conquista della città di Ruremonda (oggi Roermond) da parte delle truppe di Guglielmo d'Orange.
Venetiis, [Paolo Manuzio], 1564. Nel marzo 1564, durante il Concilio di Trento, viene approvato da Pio IV un nuovo indice, elaborato da una commissione di vescovi. L'indice, detto appunto "tridentino", mitiga l'intransigenza del precedente indice di Paolo IV del 1559, rinunciando a proibizioni indiscriminate come ad esempio quella relativa all'intera produzione di alcuni stampatori stranieri. Anche in questo indice, come nel precedente, i libri proibiti sono suddivisi in tre classi: nelle prima sono elencati gli autori di cui si condannano tutte le opere, nella seconda le opere condannate di autori conosciuti, nella terza le opere anonime proibite.
Acquaforte, Padova, Tipografia del Seminario, sec. XVII
L'indice tridentino rimane formalmente in vigore fino al 1596, quando viene promulgato da Clemente VIII l’ultimo indice del Cinquecento. Molto vicino allo spirito del Concilio, questo indice contiene, in aggiunta a quello di Pio IV, una lista delle opere registrate in altri indici europei dopo il 1564. Rimane, come concessione alla fazione più severa, il divieto di leggere e stampare opere in volgare.
Madrid, Sumptibus Jacobi Crispini, 1620
Acquaforte di Giovanni Fabbri per il frontespizio dell'Index librorum prohibitorum Sanctissimi Domini Nostri Pii Sexti Pontificis Maximi jussu editus. Romae, Ex Typographia Rev. Camerae Apostolicae, 1786
Il gesuita Antonio Possevino (Mantova, 1534 - Ferrara, 1611) è autore della Bibliotheca Selecta, la monumentale bibliografia considerata una sorta di enciclopedia della Controriforma. Nel primo libro dell'opera, tradotto e pubblicato a parte con il titolo di Coltura degli ingegni, è contenuta una guida pratica alla censura e all'espurgazione dei libri, rivolta sia a chi doveva metterle in pratica per dovere d'ufficio, sia al più largo pubblico dei fedeli, laici ed ecclesiastici, ai quali vengono fornite indicazioni indispensabili per evitare i pericoli insiti nei libri. La "disseminazione dei libri" macchiati oltre che di eresie, anche di ateismo e di "sporchezze dishoneste", cioè di oscenità, è infatti secondo Possevino uno dei cinque mezzi messi in opera dal demonio "per turbar la coltura degl'ingegni negli Studi".