In quest'opera i tre giovani Rusha, Williams e Blackwell si misurano con l'idea del progresso tecnologico. Usano una vistosa e sgargiante automobile per lanciare e distruggere una vecchia macchina da scrivere. L'area che utilizzano per questo happening è un tratto di strada in Nevada che somiglia ai posti utilizzati in America per gli esperimenti nucleari. I governi fanno esplodere funghi atomici, distruggono milioni di persone e minacciano l'estinzione del pianeta, mentre noi piccole creature possiamo salire sulla nostra automobile e lanciare macchine da scrivere. Le strisce di testo sotto le immagini sono ciniche; l'intero test è condotto con un umorismo pungente e distaccato.
Il libro è nel suo complesso sia la documentazione fotografica che l'ultima e necessaria tappa di un'operazione concettuale con cui Vaccari partecipò alla Biennale di Venezia del 1972, dove allestì una stanza con una macchina Photomatic con cui i visitatori avrebbero dovuto autofotografarsi e scrisse sui muri in quattro lingue "Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio". Tale operazione, che vedeva l'artista innescare un processo e poi eclissarsi per lasciare i visitatori protagonisti dell'azione, rivoluzionava il tradizionale rapporto tra l'opera d'arte e il pubblico.Era inoltre una riflessione sulle possibilità di una fotografia priva di condizionamenti: Vaccari mirava ad eliminare l'atteggiamento di chi fotografa eliminando il fotografo stesso e affidando l'operazione ad un mezzo meccanico e impersonale. Inoltre rimuoveva l'atteggiamento condizionato che il soggetto ha sempre nei riguardi del fotografo.L'espressione "Esposizione in tempo reale", che battezza tanti dei suoi lavori, è adottata da Vaccari per indicare un'azione che mostra il meccanismo del suo farsi nello stesso momento in cui accade.
Importante esponente italiano di "Fluxus", movimento impostato sulla scelta di comportamenti alternativi ai tradizionali linguaggi artistici, Chiari si muove nell'ambito di una ricerca musicale anticonformista, trasgressiva e demistificante e stravolge nei suoi happenings le coordinate della tradizione musicale classica, per mostrarne i limiti, sulle orme dell'americano John Cage.
Pubblicato in occasione di una mostra presso lo Stedelijk Museum di Amsterdam. Libro esclusivamente fotografico, privo di testo, illustra quattro happenings in cui vengono registrate le reazioni espressive di un soggetto come conseguenza a quattro sollecitazioni tattili, di cui viene riportata la natura in frontespizio: "1. Putting a finger in milk. 2. Touching a cactus. 3. Putting out a cigarette. 4. pushing a plate off a table".
Il libro ripercorre, nel testo e nelle immagini, la gestazione, lo svolgersi e il concludersi di una delle famose Aktionen di Joseph Beuys, esponente di primo piano delle correnti concettuali degli anni '60-'80, caratterizzate in ambito europeo da un problematico rapporto con la crisi di coscienza e dall'esigenza di fare dell'azione artistica un gesto riparatore.
Dal 1972 fino ai primi anni '80 irrompe nelle opere di Xerra la parola "vive", un termine mutuato dal linguaggio tipografico, che, sovrapposto a immagini, cancellature, parole e frammenti, è utilizzato dall'artista per ridare vita a tutto ciò che era stato non visto, rimosso, dimenticato, come la vecchia Matera, appunto. Rientra dunque in questo momento artistico questo libro nel quale, come spiega un testo che precede le immagini: "Queste fotografie, scattate da Angelo Saponara l'8 marzo 1979, descrivono il percorso rituale nei sassi di Matera che William Xerra ha condotto con la 'bassa musica' di Carbonara (flauto, tamburello, piatti e cassa). La piccola banda, tradizionale componente delle processioni religiose, lo ha accompagnato nell'itinerario che 'segnava' di bianco con parole evocative e formule magiche. Il rito celebrativo si è interrotto quando il vetro trasparente, innalzato al cielo in ostensione con la scritta VIVE, s'infranse sui sassi".