Comune di Reggio Emilia

Gli anni della guerra e il Buon Corsiero

Già elaborato come Ragazzo in città nel 1939 (in quell'anno Garzanti ne rifiutava la pubblicazione), il romanzo fu respinto dagli editori anche nel 1942 insieme a L'Osteria dei ricordi e L'uomo che camminava per le strade. Tipico racconto "d'apprendistato", secondo alcuni, Essi pensano ad altro esprime un esacerbato e poeticamente ostinato senso di "diversità" e provvisorietà. L'ambientazione cittadina riflette verosimilmente l'esperienza bolognese degli studi universitari di Comparoni. Pubblicato nel 1976 (Silvio D'Arzo, Essi pensano ad altro, Milano, Garzanti, 1976 con Postfazione di P. Lagazzi) ha riscosso discreto successo di critica.

Silvio D'Arzo. Essi pensano ad altro. Dattiloscritto con correzioni autografe.
 L'edizione dell'inedito racconto giovanile è accompagnata da una sensibile Postfazione di Paolo Lagazzi.

Silvio D'Arzo. Essi pensano ad altro. Milano, Garzanti, 1976.
 
Silvio D'Azzo (sic). Sera sul fiume. In: "Meridiano di Roma", 18 febbraio 1940.
 
Il fresco candore di questa immagine si riferisce a tempi in realtà fervidi ma difficili, quando Comparoni, sotto lo pseudonimo di Silvio D'Arzo, aveva già pubblicato diversi racconti brevi e il romanzo All'insegna del Buon Corsiero; altri ne aveva scritti che, vuoi per il rifiuto degli editori, (L'uomo che camminava per le strade, Essi pensano ad altro), vuoi per ripensamenti e pentimenti propri (L'osteria dei ricordi, già pronta nei tipi di Vallecchi), egli non avrebbe mai visto stampati.

Ezio Comparoni a 22 anni. Fotografia, 1942. 
 
Analogo, in molti elementi stilistici, agli altri racconti di questi anni (L'uomo che camminava per le strade, Essi pensano ad altro, ecc.), il Buon Corsiero narra con divertita ironia dell'intrusione di un fantastico diavolofunambolo fra gli ospiti e i servitori di una settecentesca locanda. Ascritto per lo più dalla critica all'ambito del realismo magico, piacque per la sua levità e sottile malizia. Ad esso è legata la fama dello pseudonimo Silvio D'Arzo.

Silvio D'Arzo. All'insegna del buon Corsiero. Firenze, Vallecchi, 1942.
 
Spettacolo una volta frequente anche nelle piazze di Reggio Emilia, la suggestiva immagine del funambolo entrò a far parte del corredo fantastico di Silvio D'Arzo, che più d'una volta ? soprattutto, ma non solo, nel Buon Corsiero ? la tratteggiò nelle sue pagine conferendole funzioni simboliche ed evocative. A proposito di Strohschneider e della sensazione che ispirava alle folle popolari, è interessante quanto si legge in un trafiletto di prima pagina sul quotidiano reggiano: "L'Italia Centrale" del 20 maggio 1911: "Il tedesco Arturo Strohschneider, noto per i suoi audacissimi esercizi di equilibrio, si trova a Perugia e fa sbalordire i campagnuoli che accorrono a frotte, e protestano con assoluta convinzione che si tratta di un uomo preso dal diavolo".

Il funambolo Strohschneider sul filo in Corso Garibaldi. Fotografia, gennaio 1910.
 
Silvio D'Arzo. All'insegna del buon corsiero. Prefazione di Mario Spinella. Milano, Lombardi, 1988.
 
Silvio D'Arzo. All'insegna del buon corsiero. Premessa di Enzo Turolla. Nota al testo di Anna Luce Lenzi. Milano, Adelphi, 1995.
 
In tempi di pericolo e di sospetto (era fuggito da una tradotta diretta ai campi di concentramento), Comparoni dà notizie di sé all'amico ed alla madre Rosalinda: ma lo scherzoso espediente del comunicato al femminile in toni quasi da romanzo rosa soddisfa insieme l'espressione affettiva e Il compiacimento dell'ironia e della mimesi letteraria.

Lettera di Ezio Comparoni a Canzio Dasioli, firmata "Silvia". Francavilla a Mare, 2 ottobre 1943.
 
Dopo esser stato, nel luglio 1942, a Canzo di Corno come soldato semplice, Ezio Comparoni fu trasferito alla Scuola Allievi Ufficiali di Avellino, dove rimase dal 20 gennaio al 28 agosto 1943. Nella fotografia che qui presentiamo, Comparoni è in ultima fila, secondo da sinistra.

Ezio Comparoni alla Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Fanteria.Fotografia, Avellino 1943.
Muovendo probabilmente dalla sua personale esperienza, Comparoni studia il soggetto per un racconto che tratta il dramma di alcuni militari in fuga da Montenegro, dove li ha sorpresi l'8 settembre 1943.

Silvio D'Arzo. Soggetto.Manoscritto autografo.
Propositi di stesura per un racconto di militari in fuga da Montenegro: D'Arzo si preoccupa di farne un racconto "breve: e italiano" e di "pulirlo da tutto quello che può essere inglese".

Silvio D'Arzo. Il racconto. Manoscritto autografo.