Comune di Reggio Emilia

Giorno della memoria | i film - 27 gennaio 2022

 
 
27 gennaio . Giorno della Memoria
 

PER NON DIMENTICARE

Una selezione di di film sull'argomento posseduti dalle biblioteche del Sistema Bibliotecario Reggiano.

   
Il grande dittatore
regia di Charles Chaplin (1940)
 
Un piccolo barbiere ebreo di una cittadina tedesca somiglia moltissimo al dittatore che ha dato il via ad una campagna razzista. Al pover'uomo ne capitano di tutti i colori, ma sfruttando la somiglianza si toglie anche qualche soddisfazione. Primo film ad affrontare esplicitamente il tema delle propaganda antiebraica, rappresenta una forte parodia satirica del nazismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il suo movimento, contemporanei al film.

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Resistance. La voce del silenzio
regia di  Jonathan Jakubowicz (2020)

La storia di un gruppo di boy scout ebrei che hanno lavorato con la resistenza francese per salvare la vita a diecimila orfani durante la seconda guerra mondiale. 

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 Gli invisibili
regia di Claus Rafle (2017)
 

Hanni, Eugen, Ruth, Bruno, Cioma appartengono ai millecinquecento ebrei che sono sopravvissuti a Berlino e scampati all'orrore predisposto dalla macchina nazista. Adolescenti all'epoca dei fatti, si separarono dalle loro famiglie e riuscirono a cavarsela cambiando identità o colore di capelli, nascondendosi in appartamenti o dentro un cinema, facendo appello agli amici o a un'altra Germania. Quella che rifiutò di perdersi nella massa, di sottrarsi a ogni impegno di vita personale, di dispensare il proprio io.

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#Anne Frank. Vite parallele
regia di Sabina Fedeli e Anna Migotto (2019)

Helen Mirren ripercorre attraverso le pagine del diario la vita di Anne e la storia di 5 donne che, da bambine e adolescenti, sono state deportate nei campi di concentramento ma sono sopravvissute alla Shoah.

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Lezioni di persiano
regia di Vadim Perelman (2019)

Catturato dai nazisti mentre attraversa la Francia nel 1942, l'ebreo belga Gilles riesce a scampare a un'esecuzione sommaria spacciandosi per iraniano. Un tentativo disperato, suggerito dal libro di poesia persiana che ha appena scambiato con un panino, ma che gli vale la sopravvivenza grazie al comandante di un campo di transito nei paraggi, in cerca di qualcuno che possa insegnargli la lingua farsi. L'ufficiale nazista Koch, che ha in programma di trasferirsi a Teheran dopo la guerra per aprire un ristorante, prende Gilles sotto la sua ala e gli richiede lezioni giornaliere di una lingua che il prigioniero non può far altro che inventare e memorizzare allo stesso ritmo del suo “allievo”, pur di mantenere in vita l'inganno e anche se stesso.

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Jona che visse nella balena
regia di Roberto Faenza (1993)

Tratto da Anni d'infanzia (1977) di Jona Oberski, fisico nucleare, è la storia di un bambino olandese di quattro anni, arrestato nel 1942 dai tedeschi e deportato a Bergen-Belsen dove gli muore il padre. Perde la madre nel 1945, subito dopo la liberazione. Il piccolo Jona è adottato da una coppia di olandesi che con lui dovranno patire non poco. Fedele al libro, Faenza (1943) adotta l'ottica del suo piccolo protagonista, lo sguardo inconsapevole dell'infanzia che dell'atroce realtà che lo circonda coglie soltanto alcuni particolari.


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Senza destino
regia di Lajos Koltai (2005)

Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenerazione.

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Corri ragazzo corri
regia di Pepe Danquart (2013)

Fuggito dal ghetto di Varsavia con l'aiuto del padre, Srulik, un bambino ebreo di otto anni, si finge un orfano polacco per scampare alle truppe naziste. Con il nome fittizio di Jurek, tenta in ogni modo di sopravvivere e di essere coraggioso, attraverso la foresta e oltre, in cerca di una casa o di una fattoria dove avere cibo in cambio del proprio lavoro. Sarà anche consegnato ai nazisti, da cui riuscirà fortunosamente a svignarsela, continuando una dolorosa fuga verso la libertà: nel suo cammino, in cui si avvicendano le stagioni, entrerà in contatto con uomini e donne disposti ad aiutarlo oppure decise ad ucciderlo, fino alla fine dell'ostilità bellica.

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L’ultimo metrò
regia di Francois Truffaut (1980)

1942. Parigi occupata dai nazisti. L'ultimo metrò è il mezzo che i parigini debbono prendere per tornare a casa in sicurezza dopo essere stati a teatro. Marion Steiner è la prima attrice del Théâtre Montmatre che si è caricata sulle spalle l'impresa di fare andare avanti la compagnia dopo che il marito, il regista ebreo Lucas, è fuggito per evitare l'arresto. In realtà l'uomo è nascosto nella cantina dell'edificio e da lì, con l'aiuto della consorte, continua a dirigere. Lo spettacolo che si sta provando è di un autore danese e s’intitola “La scomparsa”. Per il ruolo di primo attore viene ingaggiato il giovane e irruente Bernard Granger che proviene dal Grand Guignol. Bernard, all'insaputa dei colleghi, fa anche parte della rete clandestina della Resistenza.

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Il falsario
regia di Stefan Ruzowitzky (2007)

Storia vera di Salomon Smolianoff (nel film Sorowitsch), ebreo di origine russa e rinomato falsario nella Berlino degli anni '30, e di altri 140 ebrei (stampatori, tipografi, grafici). Trasferiti nel 1942 nel lager di Sachsenhausen, bene alloggiati e ben nutriti, produssero fino al 1945 134 milioni di sterline false, oltre a documenti e passaporti, anch'essi falsi, per i servizi segreti tedeschi. Lo scopo era quello di indebolire le economie dei Paesi nemici. È la storia di una lotta per la sopravvivenza che pone più di un problema di ordine etico: per scampare alla morte, le vittime dovevano fare un lavoro, e farlo bene, al servizio dei loro carnefici e soffocare la vergogna di essere ancora vivi.

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