Comune di Reggio Emilia

Ed. Ald. D 15


Valerius Maximus. Dictorum et factorum memorabilium libri novem. Venetiis, in aedib. Aldi Romani, oct. 1502. 8°, [216] c.

Cuoio di capra marrone rossiccio su cartone decorato in oro. Cornici caratterizzate da motivi a serpentina e stilizzati, questi ultimi ripetuti nella cartella circolare centrale munita di quattro fregi fitomorfi entro una coppia di volute fogliate addossati, affiancata da una coppia di ampi motivi mamelucchi. In testa al piatto anteriore le scritte "VAL MAXIMVS" e "FEDRA". Tracce di quattro bindelle in tessuto rosso slavato. Cucitura su tre nervi. Tagli dorati e incisi. Stato di conservazione: discreto. Materiale di copertura parzialmente scomparso al piede del dorso. Angoli ricurvi.

L’impianto ornamentale caratterizzato dalla cartella centrale entro uno o più rettangoli1, i fregi stilizzati2, fitomorfi3, le note tipografiche e il destinatario del volume, l’umanista volterrano Tommaso Inghirami4 (Volterra 1470- Roma 5 settembre 1516) detto Fedro (impropriamente tramandato come Fedra), vissuto quasi esclusivamente alla corte pontificia, presso la quale occupò cariche della più grande importanza oltre a ricoprire la funzione di Prefetto della Biblioteca Vaticana, consentono di assegnare la legatura al primo quarto del secolo XVI (non oltre il 1516) eseguita a Roma. L’ampio fregio mamelucco5 illustra l’influsso ornamentale veneziano6 sulle legature capitoline coeve.

Agli inizi del Cinquecento, anche la legatura romana subisce una forte influenza veneta che si manifesta nella maggiore semplicità ornamentale, nell’uso di ferri aldini e più tardi di viticci o di tipici ferri veneziani come il delfino, la Fortuna, il putto con la fiaccola e nell’apporre il titolo dell’opera sui piatti. Semplici filetti dorati e a secco oppure ampie e solenni cornici rettangolari ad arabeschi o a motivi vegetali entro cui spicca il decoro centrale, stemma o cartella ornamentale. Non sussiste in queste legature alcun risparmio di spazio anche in quanto i volumi tendono al grande formato e i limitati motivi sono impressi isolatamente. Il lusso non implica nella legatura romana sovrabbondanza decorativa, ma si concentra nei marocchino colorati prevalentemente nel colore rosso, nella nitidezza dei ferri impressi, nella solennità degli stemmi e delle placchette: colonne, archi, architravi, cartigli, grottesche, aquile, putti, mascheroni foglie di acanto e di vite, sono altrettanti elementi decorativi che si possono notare sulle facciate e all’interno di palazzi o monumenti antichi vengono assorbiti dalla decorazione libraria.          

 
Note di dettaglio