Comune di Reggio Emilia

D'Arzo e i giovani: insegnante e narratore

In questi anni, mentre terminava gli studi e avviava la sua carriera di insegnante di lettere, Comparoni andava consolidando amicizie che sarebbero durate tutto il resto della sua vita.

Ezio Comparoni con alcuni amici. Fotografia, 1940.
E' un racconto "per ragazzi", scritto intorno al 1943 e poi rielaborato fino al 1948, quando divenne Penny Wirton e sua madre. Il piccolo Bobby vive poveramente con la madre, che lo ha illuso d'essere figlio di un nobile eroe anziché di un misero sellaio; appresa la verità, il bambino fugge di casa. Il manoscritto arresta qui la vicenda; la redazione definitiva, Penny Wirton, prosegue narrando le avventure che indurranno il ragazzo ad accettare con orgoglio e con coraggio la sua umile ma dignitosa realtà.

Andrea Colli. Le tribolazioni del Povero Bobby. Manoscritto autografo.
A trent'anni dalla sua stesura definitiva, l'inedito è pubblicato, con una esauriente Introduzione di R. Macchioni Jodi, nella collana "Struzzi Ragazzi". E' illustrato da disegni di Alberto Manfredi.

Silvio D'Arzo. Penny Wirton e sua madre. Torino, Einaudi, 1978.
"Documento giocoso e straziante" (A. Bertolucci), gioco in cui Comparoni si divertì a coinvolgere l'amico carissimo, Canzio Dasioli? Una scommessa porta?fortuna? Nel 1948 Penny Wirton e sua madre, iniziato cinque anni prima, era compiuto e approvato da Cecchi; Comparoni lo proponeva anche ad editori di Praga e di New York: ma, quanto alla cifra stabilita dal paradossale impegno (D'Arzo si impegna a versare a Dasioli un milione di lire se i diritti d'autore ricavati dalla vendita del libro assommeranno a dieci milioni), si pensi che nel 1953 la riduzione cinematografica di Casa d'altri fruttò un compenso ? giudicato ottimo ? di cinquecentomila lire.

Contratto tra Ezio Comparoni e Canzio Dasioli. Autografo su carta bollata, Reggio Emilia, 9 ottobre 1948.
Ezio Comparoni, professore di lettere, è ritratto con la classe 2° M della Scuola di Avviamento Professionale Industriale nell'anno 1940. La "parte" dell'insegnante, da lui vissuta con estro e con giovialità, ispirò le bizzarre figure di professori, maestri e supplenti dei suoi racconti.

Ezio Comparoni con i suoi allievi Fotografia, 1940.
Breve ma intenso racconto "per ragazzi", nei toni di un particolare e divertito autobiografismo, narra la dolorosa e poi felice conquista di dignità del pinguino Limpo, nato così povero da non possedere nemmeno la nera copertura del "frac". Già scritto nel 1948, D'Arzo ne parla in una lettera a Enrico Vallecchi (17 dicembre 1949) affermando, fra l'altro: "Questa storia, dico, scritta per ragazzi, mi ha servito a chiarire molte cose".

Silvio D'Arzo. Il pinguino senza frac. Dattiloscritto con correzioni autografe.
L'edizione, limitata a 150 esemplari e illustrata da Alberto Manfredi, riproduce in veste pregiata la redazione del racconto pubblicato l'anno precedente in appendice all'opera di A. L. Lenzi, Silvio D'Arzo. Una vita letteraria.

Silvio D'Arzo. Il pinguino senza frac. Reggio Emilia, Libreria Antiquaria Dino Prandi, 1978.
In rapidi appunti Ezio Comparoni ferma l'idea per un "libro per ragazzi" che sia "breve: ma assai lineare e significativo", del quale non decide ancora l'argomento. Sotto il titolo Una storia così è rimasta la prima parte di un racconto fantastico imperniato su una benevola parodia dei più famosi eroi della letteratura infantile.

Silvio D'Arzo. Una storia così Manoscritto autografo.
Silvio D'Arzo. Una storia così. Reggio Emilia, Diabasis, 1995.
Silvio D'Arzo. Poesie. Reggio Emilia, Diabasis, 1995.
  Cercando di imporsi "programmi" spesso irrealizzabili, Ezio Comparoni tentava il possibile per organizzare e portare ad effetto la inesauribile ispirazione, critica e narrativa; uno dei suoi sogni, liberarsi da tutto ciò (lavoro, passioni) che gli impediva di consacrarsi alla letteratura. Si noti l'importanza attribuita, in questo piano di lavoro, alla narrativa "per ragazzi".

Silvio D'Arzo. Programma. Manoscritto autografo.
Nel riproporre la lettura di Treasure Island di R.L. Stevenson, D'Arzo non solo esprime ammirazione per lo scrittore inglese, ma si pronuncia, sia pure cursoriamente, in merito ai corretti criteri estetico?psicologici che dovrebbero presiedere alla letteratura per l'infanzia, la quale non deve escludere affatto l'accesso agli adulti. Treasure Island ("una favola. Ma la più credibile, la più accettabile di tutte le favole") può considerarsi modello, in più d'un aspetto, dello stesso Penny Wirton darziano.

Silvio D'Arzo. L'isola di Tusitala. Dattiloscritto.
Ezio Comparoni a Canossa. Fotografia, 16 agosto 1945.