Comune di Reggio Emilia

Archivi e altri fondi

Oltre ai tre fondi principali, fanno parte della Sezione Manoscritti anche altri cospicui fondi e archivi che sono tenuti separati per ragioni storiche o conservative, oppure per espressa volontà dei donatori.

Informazioni sugli archivi contemporanei caratterizzati da compresenza di diverse tipologie documentarie (dattiloscritti, soggetti cinematografici, materiale a stampa, fotografie, grafica, ecc.) e che si collocano all'interno di diversi ambiti artistici e disciplinari (cinema, fotografia, architettura, politica, avanguardie artistiche e letterarie) sono contenute nelle pagine degli Archivi.

Corali miniati
Cabrei
Musica sacra e Musica profana
Archivi contemporanei
   Don Gaetano Chierici
   Giovanni Rossi
   Meuccio Ruini
   Maria Melato
   Giannino Degani

Corali miniati

La Biblioteca Panizzi conserva venti corali miniati, databili dalla metà del sec. XV agli inizi del XVI. Questi manoscritti – provenienti dalle più importanti chiese reggiane – entrarono a far parte del patrimonio della biblioteca nel 1873, per effetto della legge sulla soppressione delle congregazioni religiose. La maggior parte di essi documenta, sul versante storico-artistico, il lento e non lineare trapasso, in ambito locale, dal tardogotico di prevalente influsso lombardo, allo stile rinascimentale ferrarese, non senza interessanti sincretismi. Fra i corali più antichi vi è un Antifonario (Corali 17-A-133) pienamente immerso nella temperie tardogotica, in particolare per la bella iniziale figurata con Giuditta e Oloferne.

Legato allo stesso ambito artistico locale, con influssi lombardi e bolognesi, è l’Antifonario della Cattedrale (Corali 17-A-144), con il celebre S. Martino e il povero. Orientati verso gli stilemi ferraresi e rinascimentali sono due Graduali della Cattedrale, il primo ravvivato da tre iniziali figurate e da belle iniziali decorate, ispirate alla scuola di Guglielmo Giraldi (Corali 17-A-146), l’altro, del primo decennio del secolo XVI, con trenta splendide iniziali decorate, attribuibili alla bottega del bolognese Giovanni Battista Cavalletto (Corali 17-A-142). Ai corali pervenuti alla fine dell'Ottocento si è poi aggiunto un nuovo ritrovamento: il Salterio-Innario della Cattedrale (Corali 17-A-166), donato alla Biblioteca Panizzi dalla Fondazione “Giulia Maramotti” nel 2003, con sedici grandi iniziali figurate che richiamano i modelli iconografici di Martino da Modena, probabilmente interpretati anche in questo caso da un artista legato culturalmente alla bottega bolognese dei Cavalletto.

Cabrei

I cabrei sono inventari dei beni di grandi proprietà laiche o ecclesiastiche, corredati da mappe disegnate o acquerellate. La piccola raccolta della Biblioteca Panizzi ne comprende tre, dei quali il più antico è l'album di disegni e piante delle proprietà dell'Opera pia del Consorzio presbiteriale, disegnato da Giovanni Andrea Banzoli intorno al 1727 (Cabrei 17-A-168). Vi sono poi il cabreo di Antonio Gardini, relativo ai beni immobili del conte Aurelio Calcagni, posti nel territorio del Ducato di Reggio Emilia, del 1777 (Cabrei 17-A-167) e quello dei beni dell'Opera pia della Carità di Reggio Emilia, che raccoglie mappe redatte fra il 1784 e il 1840 e assemblate nel 1850 (Cabrei 17-A-169).

Musica sacra e Musica profana

Il fondo musicale, suddiviso nei due settori di Musica sacra e Musica profana, è ricco di importanti manoscritti di autori reggiani, come per esempio Achille Peri (1812-1880), per un patrimonio complessivo di ca. 550 documenti, fra cui anche alcune edizioni a stampa.

Archivi contemporanei

Al di fuori della Sezione Manoscritti strettamente intesa, si collocano quelli che vengono definiti “archivi contemporanei”, sia per una loro precisa collocazione cronologica, che per la maggiore varietà delle testimonianze in essi conservate: non più soltanto i tradizionali documenti manoscritti, ma anche dattiloscritti, copioni teatrali e sceneggiature cinematografiche, opere a stampa, libri d’artista, documenti iconografici e audiovisivi.
Rientrano in questa categoria gli archivi descritti in questa pagina, che ne rappresentano una selezione. Per un elenco più completo, vedi la sezione degli Inventari. Vi sono poi, descritti in sezioni ad essi dedicate, altri complessi documentari, come gli archivi dello scrittore e sceneggiatore Cesare Zavattini (1902-1989), del poeta Corrado Costa (1929-1991) e l'archivio Berneri-Chessa di storia del movimento anarchico, intitolato a Camillo Berneri (1897-1937) e Aurelio Chessa (1913-1996).

Don Gaetano Chierici

L'archivio di Don Gaetano Chierici (1819-1886), uno dei fondatori della moderna archeologia preistorica, contiene in 20 buste le relazioni di scavo, le minute di saggi e gli appunti di lettura, il materiale fornito dai collaboratori del “Bullettino di paletnologia italiana”, da lui fondato insieme a Luigi Pigorini e Pellegrino Strobel, la corrispondenza e i documenti relativi alla sua attività di insegnante e al fratello di lui, il pittore Alfonso Chierici (1816-1873). Questi materiali costituiscono, oltre che una preziosa fonte di informazioni sulle metodologie adottate dal Chierici, un'utile guida, per gli archeologi di oggi, nell’esecuzione degli scavi e nell’analisi dei reperti. Per la descrizione dell'archivio, vedi la sezione Inventari e il catalogo online dei Carteggi Don Gaetano Chierici nella sezione Cataloghi.

Giovanni Rossi

Un fondo poco conosciuto al di fuori della cerchia degli specialisti della materia è quello intitolato a Giovanni Rossi (1845-1921), considerato il precursore della ragioneria e dell’economia aziendale intese come scienze. Pervenuto nel 1938 alla Biblioteca Municipale reggiana, il fondo Rossi custodisce, oltre ad un’interessante collezione di macchine calcolatrici, oggi conservata presso i Musei Civici di Reggio Emilia, ca. 450 manoscritti e carteggi (Mss. Rossi A-G) e quasi 2000 opere a stampa, riviste ed estratti (Scaffali VII-VIII). Le notizie descrittive relative a questo fondo sono rintracciabili nei cataloghi online dei Manoscritti e dei Carteggi nella sezione dei Cataloghi e, per le opere a stampa, nel Catalogo storico digitalizzato.

Meuccio Ruini

L’importante archivio intitolato a Meuccio Ruini (1877-1970) rispecchia – attraverso manoscritti, dattiloscritti, corrispondenza, documenti, articoli e monografie raccolti in 78 buste – l’opera di studioso, pubblicista, tecnico e politico, svolta dallo statista reggiano nei ruoli successivamente ricoperti di consigliere di Stato, deputato, ministro dei lavori pubblici e della ricostruzione nel 1944-1945, presidente della Commissione dei 75 che redasse la Costituzione repubblicana del 1948, senatore e primo presidente del CNEL. Al suo interno si trovano fra l'altro un ampio carteggio familiare in gran parte inedito e veri e propri dossier relativi ai diversi temi da lui studiati. Le notizie descrittive relative a questo archivio sono rintracciabili nei cataloghi online dei Manoscritti e dei Carteggi nella sezione dei Cataloghi e, per le opere a stampa e i periodici, nel Catalogo generale.

Maria Melato

L'archivio intitolato all’attrice Maria Melato (1885-1950) si compone di 27 buste contenenti corrispondenza, documenti, manoscritti e dattiloscritti, fra cui 304 copioni di teatro, databili dal 1871 al 1949. Tali copioni si presentano nelle forme più diverse: quaderni di scuola, fascicoli rilegati, fogli sciolti, manoscritti, dattiloscritti. Essi presentano annotazioni e tracce d’uso estremamente interessanti per la storia del loro utilizzo e della prassi interpretativa della Melato. All'interno dell'archivio, sono presenti anche i due piccoli fondi aggregati dell'attore Ermete Zacconi (1857-1948), con cui l'attrice reggiana aveva recitato, e di Manlio Pierotti, segretario e uomo di fiducia dei due artisti.

Giannino Degani

L’archivio di Giannino Degani (1900-1977), avvocato, scrittore e giornalista riveste, con le sue 47 buste, una particolare importanza, oltre che per la presenza di un vasto carteggio con esponenti della politica e della cultura del Novecento e per i documenti dell’attività critica e giornalistica, soprattutto perché conserva al suo interno autografi e dattiloscritti dello scrittore reggiano Ezio Comparoni (1920-1952), più noto con lo pseudonimo di Silvio D’Arzo.