Comune di Reggio Emilia

All'Università di Bologna

Il periodo in cui Filippo Re tenne la cattedra di agraria presso l'Università di Bologna (1803-1814), svolgendo anche le funzioni di rettore nell'anno accademico 1805-1806, fu uno dei più fecondi della sua esperienza scientifica e didattica. Negli anni bolognesi il Re divenne un punto di riferimento per gli studiosi di agronomia dell'intera Italia, non solo per la pubblicazione degli "Annali dell'agricoltura del Regno d'Italia", ma anche per le numerose ed innovative pubblicazioni date alle stampe, come il Saggio teorico-pratico sulle malattie delle piante (Venezia, 1807), il Dizionario ragionato dei libri di agricoltura, veterinaria, e di altri rami d'economia campestre (Venezia, 1808-1809, 4 v.), L'ortolano dirozzato (Milano, 1811, 2 v.) e la terza edizione de Il giardiniere avviato nell'esercizio della sua professione (Milano, 1812, 2 v.).

Per quasi cinque anni, dal gennaio 1809 al giugno 1814, Filippo Re curò la pubblicazione degli "Annali dell'agricoltura del Regno d'Italia", con l'intento di combattere l'arretratezza nelle pratiche agrarie delle campagne italiane. L'opera, frutto della collaborazione dei migliori agronomi del tempo, ospitava solo saggi aggiornati scientificamente ed appositamente elaborati e si proponeva di valorizzare l'agricoltura italiana e porla allo stesso livello delle più avanzate esperienze straniere. Negli "Annali" Filippo Re si adoperò non soltanto come redattore, ma intervenne anche direttamente con oltre quaranta memorie originali. Nonostante il valore scientifico del periodico, problemi economici costrinsero l'editore Silvestri di Milano ad interrompere le pubblicazioni al ventiduesimo volume di quello che costituisce ancor oggi un documento importante degli studi economici ed agronomici italiani del primo Ottocento.

Durante il periodo bolognese, uno degli sforzi maggiori di Filippo Re fu quello di riportare l'agricoltura italiana agli splendori del passato. In questo progetto culturale rientra la rivisitazione di importanti figure che avevano rivestito un ruolo significativo per la storia degli studi agronomici italiani. Una di queste è il bolognese Pietro de' Crescenzi (1233-1320 ca.), principale agronomo medievale ed autore di un importante trattato di agricoltura, i Ruralium commodorum libri XII, composto fra il 1304 ed il 1309 e subito tradotto in volgare. Questo esemplare dell'opera del Re, proveniente dal fondo Giuseppe Turri, presenta, incollata al contropiatto anteriore, una dedica autografa dell'autore al "Cav. Pampari, viceprefetto di Ravenna".

Un'altra testimonianza del ruolo attivo che Filippo Re svolse per la promozione degli studi agronomici nell'Ateneo bolognese è il Rapporto a sua eccellenza il sig. Ministro dell'Interno sullo stato dell'Orto agrario della R. Università di Bologna (Milano, 1812). In questo dettagliato Rapporto, Filippo Re inserì, oltre alla relazione al ministro, il catalogo ed una grande planimetria dell'Orto botanico bolognese. Secondo Luciano Serra, il felice periodo bolognese di Filippo Re può essere visto quasi come un risarcimento delle amarezze vissute a Reggio Emilia durante il burrascoso "triennio giacobino".