Comune di Reggio Emilia

17 G 663


Verrius Flaccus, Marcus. M. Verrii Flacci Quæ extant. Et Sex. Pompei Festi De verborum significatione, libri 20. Cum vetusto Bibliothece Farnesianæ exemplari Romæ nuper edito, collati: ex quo lacunæ pene omnes sunt suppletæ. In eos libros Ant. Augustini annotationes, ex editione Veneta, Ios. Scaligeri Castigationes recognitæ, ex Parisiensi, Ful. Vrsini notæ, ex Romana. Accesserunt nunc denique doctissimorum virorum notæ ex eorum scriptis hinc inde collectæ. Parisiis, apud Arnoldum Sittart, sub scuto Coloniensis monte diui Hilarij, 1584. 8°, [28], CCCIX, [27], LXXV, [13], CCXVI, [26], 84 p.


Cuoio di capra marrone su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata dal decoro a pizzo. Margine interno dello specchio ornato con gruppi di tre cerchielli accorpati. Seminato di gigli borbonici, pure presente negli scompartimenti del dorso entro una casella costituita da tre filetti dei quali quello interno filigranato, tranne nel secondo in cui campeggia la scritta in caratteri capitali "M. VERRI/FLACCII". Cucitura su cinque nervi. Tagli dorati. Stato di conservazione: discreto. Cerniere indebolite. Angoli ricurvi e parzialmente sbrecciati.

Il decoro a seminato1 e le note tipografiche inducono ad attribuire la legatura alla prima metà del secolo XVII, verosimilmente eseguita a Parigi, stante il ruolo egemone esercitato dalla ville lumière nel commercio librario transalpino.

La decorazione a seminato1 o au semé, derivata dall’araldica, ove indica un blasone interamente ricoperto dalla stessa figura, ripetuta senza limiti di numero. Per analogia, si connotano a seminato quelle legature le cui coperte sono ornate con la disposizione regolare di uno o più fregi ripetuti per righe e per file. Nei seminati i ferri, liberi oppure racchiusi entro un reticolato di filetti dritti o puntinati, sono spesso disposti sfalsati; generalmente rappresentano figure araldiche, come gigli o delfini, iniziali semplici od intrecciate, monogrammi, emblemi, S fermé, fiori, piccoli medaglioni ovali. Non è raro che una coppia di ferri si alterni regolarmente per coprire tutto il piatto, o circoscritti settori della coperta, o i compartimenti del dorso. L’impegno esecutivo consiste nell’apporre a distanza regolare i fregi interessati alla decorazione, difficoltà che cresce col crescere delle dimensioni del volume.
Questa rigorosa composizione, di origine medievale, probabilmente mutuata dalle decorazioni dei tessuti del tempo, incluse quelle utilizzate per ricoprire le legature, comparve in Francia almeno sin dal XIV secolo. Si riscontra nella prima metà del secolo XVI su legature in cuoio eseguite per Francesco I (1515-1547), più tardi su legature eseguite dai legatori di corte Ève per Enrico III (1574-1589), Enrico IV (1594-1610) e Luigi XIII (1610-1643). Ebbe grande fortuna a partire dall’ultimo quarto del XVI secolo, durante il regno di Enrico III e la sua voga durò sino alla seconda metà del secolo successivo. Esistono esempi tardivi su Almanacchi (è noto un Almanacco del 1745 alle armi di Madame Adelaïde de France), su pastiches del XIX secolo e su moderne legature d’editore.
Il seminato, ripreso in tutta Europa, fu spesso utilizzato su legature di mediocre qualità e su volumi premio dei collegi religiosi, associato alle armi del donatore; il semplice cambiamento di fregio permette una facile utilizzazione dello stesso schema di esecuzione. La rigorosa decorazione a seminato, non priva talvolta di una sua severa eleganza, vale, in genere, più per la qualità dell’esecuzione che per l’originalità del motivo decorativo.
 
Note di dettaglio