Comune di Reggio Emilia

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Phaedrus. Phaedri Augusti liberti, et Fl. Aviani Fabulae cum adnotationibus ad utrumque. Accedunt fabulae graecae latinis respondentes, et Homeri Batrachomyomachia in usum scholarum Seminarii patavini Bassani sed prostant Venetiis, apud Remondini, 1775. 12º, 272 p.


Cuoio marrone rossiccio su cartone decorato Cornice caratterizzata da cestini fogliati alternati a fogliami. Triangoli dal margine superiore tremulo con due losanghe. In testa al piatto anteriore la scritta "PRAEM. SUMM. / DILIGENT. / in schol. / SUPER GRAMM. / MVTINEN.", "ANNO / MDCCLXXVII / INSTAVR. ARCHIG. / MVT. ANN. V". Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre. Fiore parzialmente scomparso. Cerniere indebolite. Angoli parzialmente sbrecciati e ricurvi.

Libro premio dell’Università di Modena del 1777, verosimilmente eseguita in quella città.

L’università fu rifondata dal Duca Francesco III d’Este nel 1772: le Constitutioni per l’università di Modena pubblicate nel settembre del 1772 stabilivano l’organizzazione dello Studio in quattro facoltà o classi: teologia, giurisprudenza, medicina e filosofia1.
Il libro è il premio più comunemente distribuito agli alunni più meritevoli, alla fine d’ogni anno scolastico, nei collegi della Compagnia di Gesù od in altri istituti similari, specie nei ginnasi olandesi. Si incominciò ad offrirlo a partire dalla fine del xvi secolo: il più antico esemplare conosciuto è un libro premio donato dai Gesuiti di Liegi (Belgio) nel 1597. Questo tipo di pubblicazione contiene di solito testi educativi, edizioni di classici o libri di storia. L’usanza, molto diffusa nel Seicento e nel Settecento, si è perpetuata fino quasi ai nostri giorni. Il libro premio è caratterizzato dalla costante presenza, al suo interno, della menzione del premio, generalmente in latino, e del sigillo a secco dell’istituto.
Nel secolo XVII, questa menzione era in genere manoscritta, posta sulla prima pagina di guardia. È verso la fine di quest’ultimo secolo che compaiono le menzioni prestampate per le parti fisse, lasciando in bianco quelle variabili, incollate sul contropiatto anteriore. Queste menzioni comportano, generalmente e secondo un ordine variabile, il nome del Collegio, il nome ed i titoli del donatore, la disciplina oggetto del premio, il nome dello studente, la sua classe di appartenenza, una firma, generalmente riferibile al prefetto o ad un professore.
Queste menzioni sono in gran parte scomparse, poiché molti nuovi possessori hanno cancellato i riferimenti ai proprietari precedenti. Se i Gesuiti solevano regalare libri pubblicati da membri dell’Ordine, negli altri collegi predominano i testi di autori classici. Curiosa la differenza tra la data di stampa del testo e la data di conferimento del volume, a volte, anche di decenni posteriore. Sulla coperta sono impresse le armi del Collegio, della città, delle Amministrazioni locali o dell’eventuale protettore che offre il libro: vescovo o notabile locale. Il valore del libro dipende esclusivamente dalla generosità del donatore, un tempo denominato con voce sapiente, ora desueta, di agonoteta (da agon, combattimento e tithèmi porre) che designava nell’antica Grecia i giudici che vigilavano sul buon andamento dei pubblici spettacoli e decretavano il premio ai vincitori.
Generalmente le legature dei libri premio offerti da Collegi sono di modesta fattura, sia per quanto riguarda i materiali, bazzana o pergamena, sia per la decorazione: in Olanda nel Seicento e nel Settecento, i premi scolastici legati in pergamena, erano di solito ornati con lo stemma della città in cui era ubicata la scuola. Le legature dovute alla liberalità di un donatore erano in genere costituite da materiali più nobili (vitello o marocchino) con ricche decorazioni. Nel XVII secolo, in Francia ad esempio, si conoscono lussuose legature decorate a seminato. Gli stemmi impressi su queste legature non sono simboli di appartenenza. La maggior parte dei libri di premio non è mai appartenuta ai personaggi dei quali recano le armi. Quando presentano, sopra il medaglione centrale, le armi di Francia, queste indicano l’originale reale del Collegio.
In Italia libri premio dal XVI al XVIII secolo sono state segnalati da Claude Sorgeloos (Sorgeloos 1993, pp. 30-31) e, più recentemente, da Francesco Malaguzzi (Malaguzzi 1994, pp. 151-152). Ne esistono in gran numero e sono oggetto di collezionismo. Nel XIX secolo si ebbero in Europa, e specialmente in Francia, molte edizioni di libri premio per le scuole, forniti di legature editoriali in cartonaggio con impresse decorazioni policrome o in oro.
Note di dettaglio