Comune di Reggio Emilia

10 D 32-35


Piranesi, F e G., Les monumens antiques du Musée Napoléon destines et gravés par Thomas Piroli. Paris, 1804 -1806, 4°, 4 v.


Cuoio glacé verde oliva e bruno su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da un filetto grasso e magro. Margine interno dello specchio munito di palmette alternate a occhi di dado. Scompartimenti del dorso delimitati da bande orizzontali ornate con losanghe dai lati concavi su base circolare: tranne il secondo in cui campeggia la scritta "PIRANESI / MONUMENS / DU MUSÉE / NAPOLÉON", essi sono caratterizzati da fregi a squame di pesce munite di una stella a sei punte. Tagli marmorizzati. Stato di conservazione: discreto-buono. Materiale di copertura scolorito lungo il dorso.

La cornice caratterizzata da un filetto grasso e magro1, il margine interno dello specchio munito di palmette alternate a occhi di dado2, gli scompartimenti del dorso ornati con fregi a squame di pesce muniti di una stella a sei punte3 e le note tipografiche assegnano la legatura al primo quarto del secolo XIX, eseguita a Milano dal legatore Luigi Lodigiani.

Lodigiani nasce il 7 gennaio 1777 a Pontremoli ed ivi è battezzato con il nome di Luigi. Pontremoli alla fine del Settecento, è un grosso borgo dell’Appennino tosco-ligure, di 14.000 abitanti circa, noto per aver dato origine ad un importante flusso di emigranti diretti verso l’Italia settentrionale come venditori ambulanti di libri ed insediatisi poi come librai. Lodigiani seguì questo flusso migratorio e si istallò a Milano rimanendo nell’ambito librario come legatore di libri. Andò ad abitare al vicolo dei Facchini (parrocchia di S. Francesco da Paola, al n. 1498 della numerazione pre-teresiana), e prese in moglie Maddalena Ferrario da cui ebbe due figli: i loro nomi, già un segno a quei tempi di una non comune vivacità intellettuale, non rispecchiano la tradizionale onomastica: si chiamano Scipione, incisore e pittore, nato nel 1807 e Antigone nata nel 1811. Aprì bottega in contrada di Santa Radegonda 964, e compare come Lodigiani senza nome proprio, per la prima volta nel 1823 nella lista dei legatori di libri, su L’interprete Milanese ossia Guida Generale del commercio e dei Recapiti di Milano, edito da Placido-Maria Visai presso l’Albergo dei Tre Re: il suo nome è affiancato fino al 1828 a quello di un socio, Panighi, e figura per l’ultima volta da solo, sempre con il solo patronimico, nell’anno 1838 su l’Utile Giornale ossia Guida di Milano anno XV, edito da Giuseppe Bernardoni di Giovanni di contro la chiesa di S. Tomaso. Va ricordato tuttavia che le numerose legature firmate "Lodigiani Relieur de S.A.I. a Milan", eseguite nel periodo napoleonico documentano la sua affermata presenza nella legatoria milanese già dal 1805, anno in cui Lodigiani stesso in una lettera afferma di aver iniziato a lavorare per il Viceré Eugène de Beauharnais. A proposito della sua attività, la fortunata scoperta presso l’Archivio di Stato di Milano di una sua corrispondenza con l’Amministrazione del Regno d’Italia (Commercio: Parte moderna, Pezzo n. 189), ha permesso di far luce su un breve ma importante periodo della vita del legatore, dal 1807 alla fine del 1811. Si tratta di un carteggio costituito da 55 documenti ufficiali dell’Amministrazione del Regno d’Italia e della Regia Stamperia di Milano che si alternano a lettere autografe di Lodigiani in qualità di postulante. Esso rivela il complesso percorso burocratico volto ad ottenere i fondi per un suo soggiorno di perfezionamento a Parigi (saranno due in realtà, nel 1807 e 1808), comprende la corrispondenza tra S. E. Marescalchi Ministro d’Italia a Parigi e l’Amministrazione del Regno a Milano, le attestazioni del Direttore della Stamperia Regia, le richieste di sovvenzioni da parte di Lodigiani per l’acquisto di ferri, per il funzionamento di una scuola per legatori e per la sua attività di legatore. Con una lettera della metà del 1811 ha fine la corrispondenza ufficiale di Lodigiani, allora poco più che trentenne, con l'Amministrazione del Regno. Da questa data negli Archivi del Governo napoleonico e di quello asburgico, non compare più il suo nome. Lo si ritrova nell’elenco dei legatori milanesi dal 1823 al 1838. Ricerche presso l’Archivio della Camera di Commercio di Milano non hanno fornito alcuna altra notizia sugli ultimi trent’anni della sua vita. Muore a 65 anni a Milano il 3 ottobre 1843.
L’attività di Lodigiani iniziata nei primi anni dell’Ottocento, si svolse prevalentemente nell’ambito della Corte milanese di Sua altezza Imperiale Eugène de Beauharnais, Viceré d’Italia, dal 1805 al 1814, del suo consigliere, conte Étienne Méjan, per il bibliofilo milanese Conte Gaetano Melzi, per la Regia Stamperia e per la Biblioteca di Brera. Dal 1815, dopo la riannessione del Lombardo Veneto da parte degli Austriaci, Lodigiani eseguì legature per l’Imperatore d’Austria Francesco I, per l’Arciduca Ranieri vicerè del Lombardo Veneto dal 1818, per la moglie di Napoleone, Maria Luisa d’Austria, duchessa di Parma dal 1816 al 1831. Di alcuni esemplari, oggi custoditi in biblioteche straniere, la Staatsbibliothek-Preussischer Kulturbesitz di Berlino e Bibliothèque del Museo Condé di Chantilly, è stato possibile ricostruire il percorso, legato alle tumultuose vicende storiche sopravvenute in Europa nella prima metà dell’Ottocento. Le legature Lodigiani affluirono e furono conosciute sul mercato librario in seguito alla dispersione della biblioteca che Eugène de Beauharnais aveva portato con sé in esilio a Monaco di Baviera nel 1814, effettuata da un suo discendente, Georgi N. Conte di Leuchtenberg, mediante aste tenutesi a Berlino il 22 ottobre 1928, a Zurigo il 23 maggio 1935 ed a Milano il 20 novembre 1935.
Numerose altre legature sono state eseguite da Lodigiani nel corso della sua attività. Gran parte con la tipica decorazione a cornice rettangolare, ed altre in lussuosa veste di presentazione per ignoti destinatari o per esigenti bibliofili. Disperse in biblioteche private nel corso dell’Ottocento e del Novecento, alcune di queste sono comparse recentemente sul mercato antiquario, anonime o misconosciute. Le etichette di Lodigiani sono applicate in alto, a sinistra, al verso della prima carta di guardia anteriore: recano la scritta in corsivo Lodigiani Relieur de S.A.I. a Milan (Lodigiani legatore di Sua Altezza Imperiale a Milano). Compaiono tra il 1808 ed il 1815 (è del 20 ottobre 1808 la richiesta a Eugène de Beauharnais di fregiarsi del titolo di «Relieur de S.A.I. a Milan») nel periodo napoleonico su legature che ricoprono prevalentemente testi antichi (incunaboli ed edizioni aldine) e testi moderni stampati tra il 1803 ed il 1815. Hanno forma ellittica, dimensione 20x8 mm di vari colori: azzurro, giallo, rosa, lilla, verde: non sembra di poter attribuire alcun particolare significato alla diversità della tinta. La firma a stampa del legatore "Lodis(sic)iani Rel." è attestata in pochi esemplari: al piede del dorso, solo dopo il 1812. Circa 7505 le legature censite di questo artigiano, cui sono da aggiungere 86 manufatti reperiti presso la Biblioteca Trivulziana di Milano nel mese di gennaio 2011. 
Note di dettaglio