la prima inchiesta bibliopsicologica

Se vi fosse data la possibilità di portare con voi cinque libri nella classica isola deserta, quali titoli scegliereste?

È una domanda che oggi non considereremmo particolarmente originale,  ma nel 1891 a molti suonò come impropria, se non addirittura provocatoria, tanto da suscitare qualche polemica.
A proporla erano due giovani e brillanti dottori, Giuseppe Guicciardi e Francesco De Sarlo, tirocinanti presso l’Istituto psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, diretto dal celebre Augusto Tamburini. Oltre alla pratica psichiatrica, i due medici avevano in comune una passione: l’amore per i libri, che li spinse  a ideare la prima “inchiesta bibliopsicologica”, un’indagine cioè che si avvalesse dell’analisi statistica per risolvere il problema “se vi sieno opere tali che rispondano in ogni epoca alle più intime e profonde esigenze dell’anima umana”.
Progetto di ampio respiro, realizzato attraverso l’invio a 500 personalità, note “per eletto ingegno, vasta cultura, impareggiabile buon gusto”, di una scheda da compilare con l’elenco, in “ordine di predilezione”, delle cinque opere che ciascuno avrebbe voluto avere con sè, nel caso fosse costretto ad “una specie di esilio intellettuale” che lo isolasse dalla società.

Furono poco più di 200 a rispondere. Le schede furono pubblicate due anni dopo nel volume Fra i libri. Risultato di un’inchiesta biblio-psicologica (Bologna, Fratelli Treves, 1893), introdotte da un’ampia trattazione teorica sul ruolo fondamentale del libro nella società e sulla metodologia delle indagini statistiche applicata alle discipline psicologiche. Dall’elaborazione dei risultati veniamo così a sapere che le prime cinque opere più votate in assoluto sono state, nell’ordine,
• la Divina Commedia (119 voti),
• la Bibbia (57),
• il teatro di Shakespeare (54),
• i Primi principii di Herbert Spencer (36)
• I promessi sposi (36).
Tra  le opere storico-politiche la più votata risulta la Storia universale di Cesare Cantù (19 voti), mentre tra le opere scientifiche primeggia L’origine della specie di Darwin (28), seguita da Il Capitale di Marx (11). 

Ma ancora più curiose ed interessanti sono le singole schede che ci rivelano le predilezioni personali di intellettuali, scrittori, scienziati e uomini politici e che sono state ora ritrovate  nell’archivio della scrittrice reggiana Virginia Guicciardi Fiastri, moglie di Giuseppe Guicciardi, coautore dell’inchiesta e futuro direttore del San Lazzaro. Tra le più significative: quelle di Carducci, che elenca i cinque autori da lui prediletti (Dante, Petrarca, Orazio, Tacito e Machiavelli); di Filippo Turati, che ripete per cinque volte: “Karl Marx, Das kapital”; di Anna Kuliscioff (Marx, Bebel, Engels, Herzen); di Marco Praga, che sceglie la sola Bibbia; di Cesare Lombroso che, oltre a Dante, Darwin e Goethe, sceglie un manuale di conversazione e un dizionario di sanscrito.

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