Comune di Reggio Emilia

Il carnevale e le mascherate

Presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia si conservano 6 incisioni di Carlo Manfredi (1803 - post 1783), che raffigurano alcune “Mascherate” organizzate nei carnevali del 1741, 1742, 1750, 1762, 1765 e 1770, che si aggiungono ai tanti opuscoli, volumi e fogli volanti che riportano descrizioni, canzoni e componimenti poetici dei carnevali festeggiati a Reggio nei secoli XVII e XVIII. Le mascherate che trattano in modo scherzoso e licenzioso i temi dell'amore, dei mestieri, della follia, delle età dell'uomo e dello status sociale, assumono nel corso del secolo XVII un carattere maggiormente aulico, scenografico e macchinistico, parallelamente a quanto accadeva nell'ambito del teatro barocco. Sono una forma di divertimento aristocratico ben lontano da quello magico propiziatorio dei rituali popolari che pure continuano a svolgersi nelle strade secondarie della città.
A partire dal 1720, poi, il fatto che il principe ereditario Francesco Maria d'Este e la moglie Carlotta Aglae d'Orléans avessero stabilito in Reggio la loro dimora, contribuì ad incrementare le occasioni di divertimento pubblico, comprese le mascherate carnevalesche, alla cui realizzazione ora contribuiva più ufficialmente la Comunità.
Nelle mascherate settecentesche ritorna lo spirito malizioso e divertito che aveva caratterizzato quelle di inizio '600. Si tratta però ormai dell'espressione di una classe accademica e aristocratica, che rende più garbati i toni, soprattutto quando trae spunto dalla cultura popolare: i temi allegorici sono complessi, i materiali sono preziosi, la pompa è sontuosa, i macchinari sono artificiosi.
Le mascherate di questo tipo, legate ormai così strettamente alla cultura e al gusto barocchi iniziano a perdere di interesse alla fine del '700, quando vengono sostituite dalla “Festa delle Vecchie”, che ebbe fortuna fino alla metà del secolo XIX. In essa qualsiasi cittadino che facesse domanda alla Comunità di Reggio, poteva accaparrarsi una via o una piazza  in cui erigere un palco su cui esibire dei fantocci di stracci in scenette ridicole relative a fatti cittadini realmente avvenuti e aventi per protagonisti delle figure di vecchie.
Carlo Manfredi operò a lungo a Reggio Emilia come incisore e calcografo nell'ambito delle stampe d'occasione. Le lastre con le “Mascherate” sono senz'altro tra le sue opere più riuscite, che produceva in proprio e che stampava per venderle in occasione della festa.  



 

Carlo Manfredi, Il Trionfo di Alcide, acquaforte, 1741

Carlo Manfredi, La fucina di Vulcano, acquaforte, 1742

Carlo Manfredi, Mascherata della Cuccagna, acquaforte, 1750

Carlo Manfredi, La conquista del Vello d'oro, acquaforte, 1762

Carlo Manfredi, Il Trionfo di Bacco, acquaforte, 1765

Carlo Manfredi, Il Trionfo della Paceacquaforte, 1770



Bibliografia essenziale:

- Flavia de Lucis, Il carnevale e la festa delle vecchie, in: In forma di festa. Apparatori, decoratori, scenografi, impresari a Reggio Emilia dal 1600 al 1857, Casalecchio di Reno, Grafis Edizioni, 1985, pp. 125-147. Ivi anche una ricca bibliografia a pag. 137.
- Flavia de Lucis, La città come scena, in: Storia illustrata di Reggio Emilia. A cura di Maurizio Festanti e Giuseppe Gherpelli, coordinamento e ricerca iconografica di Laura Gasparini. Repubblica di San Marino, AIEP, 1987, vol. 3, p. 849-864
- Zeno Davoli, Le incisioni classiche reggiane, Reggio Emilia, Tecnograf, 1978, n. 26