Comune di Reggio Emilia

Manoscritti Turri

Il bibliofilo reggiano Giuseppe Turri (1802-1879) aveva costituito una ricca collezione di materiali librari e archivistici, volta a documentare sotto ogni aspetto la storia e la cultura della sua città e del territorio circostante. Per legato testamentario, alla sua morte questo importante patrimonio passò alla città di Reggio Emilia e fu suddiviso – non senza incertezze nella ripartizione e strascichi giudiziari con gli eredi – fra i materiali più strettamente archivistici, che oggi compongono uno dei fondi del locale Archivio di Stato, e la biblioteca vera e propria (manoscritti, libri e opuscoli), che entrò nella Biblioteca municipale. Oggi i libri sono collocati nella Sala 10, gli opuscoli nella Miscellanea Turri e i manoscritti nel fondo omonimo.

I Manoscritti Turri si compongono di ca. 1200 fra codici, documenti e carteggi dei sec. XII-XIX, fra i quali si annoverano codici medievali e umanistici e buste archivistiche a carattere storico e letterario locale. A questi si aggiungono un migliaio di omaggi poetici a stampa, pubblicati in prevalenza a Reggio Emilia tra il 1627 e il 1878 in forma di opuscoli e fogli volanti, per i quali si veda l'indice generale nella sezione degli Inventari

Fra le testimonianze più importanti del fondo si possono ricordare il poema del monaco benedettino Donizone, noto come Vita Mathildis, copiato agli inizi del sec. XIV e illustrato con dieci disegni a penna (Mss. Turri E 52) e numerosi manoscritti miniati del sec. XV, come il trattato De re publica dell’umanista Tito Livio Frulovisi, con dedica a Leonello d'Este e decorazione a pennello attribuita a Cristoforo Cortese (Mss. Turri F 92), le Commedie di Terenzio con glosse e commenti di Giacomino da Mantova (Mss. Turri C 17) e il dialogo e le orazioni greche tradotte in latino da Leonello Chiericati, codice copiato da Bartolomeo Sanvito e arricchito da iniziali decorate di tipo mantiniano (Mss. Turri F 73).