Comune di Reggio Emilia

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne . Consigli di visione

 
 
   
La Giornata mondiale contro la violenza sulle le donne è stata istituita dal 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.

Qui di seguito una selezione di film sull’argomento violenza sulle donne posseduti in gran parte dalle biblioteche del Sistema Bibliotecario Reggiano.
 
   
   
Nome di donna
regia di Marco Tullio Giordana (2018)

Nina Martini è una giovane donna che cerca lavoro e fortuna in Brianza, dove si trasferisce con la sua bambina. In prova presso una residenza per anziani, il suo zelo le vale un’assunzione e una vita finalmente più serena. Ma la quiete ritrovata è interrotta dalle avance (sessuali) e l’abuso di potere del direttore della struttura. Decisa a denunciarlo, Nina deve fare i conti con l’omertà delle colleghe e la prepotenza di un sistema amministrativo conservatore e dispotico. Con l’aiuto del suo compagno e di un avvocato agguerrito, Nina avrà giustizia. Per sé, per sua figlia e per tutte le donne a venire.

   
   
Il vizio della speranza
regia di Edoardo De Angelis (2018)

Lungo il fiume scorre il tempo di Maria, il cappuccio sulla testa e il passo risoluto. Un’esistenza trascorsa un giorno alla volta, senza sogni né desideri, a prendersi cura di sua madre e al servizio di una madame ingioiellata.

   
   
L’affido - Una storia di violenza
regia di Xavier Legrand (2017)

Miriam e Antoine Besson si sono separati malamente. Davanti al giudice discutono l’affidamento di Julien, il figlio undicenne deciso a restare con la madre. Ma Antoine, aggressivo e complessato, vuole partecipare alla vita del ragazzo. Ad ogni costo.
L’affido affronta senza compiacenza l’abuso domestico e i comportamenti coercitivi esercitati da un padre (e un marito) per controllare emotivamente il nucleo familiare da cui è stato estromesso.

   
   
Agnus Dei
regia di Anne Fontaine (2016)

Polonia, 1945. Dottoressa della Croce Rossa francese impegnata ad assistere i soldati feriti dopo la fine della seconda guerra mondiale, Mathilde è chiamata da una suora di un vicino convento e scopre, con il collega Gaspard, che molte benedettine sono rimaste incinte a seguito di ripetuti stupri compiuti dall’esercito russo. Nonostante la volontà della madre superiora di tenere nascoste le gravidanze al fine di evitare lo scandalo, tra l’atea Mathilde e le sorelle si crea un clima di progressiva fiducia che rimette fortemente in discussione equilibri e gerarchie.
   
   
Mustang
regia di Deniz Gamze Ergüven (2015)

Finita la scuola, cinque sorelle orfane vivono chiuse in casa in un villaggio turco a mille km da Istanbul, con l’arcigna nonna e uno zio orco, per essere maritate a forza. Le più grandi si piegano, le più piccole si ribellano e progettano un’evasione. La sorprendente opera prima della giovane Ergüven denuncia il dispotismo maschilistico e l’oppressione delle donne nella Turchia rurale. Lo fa con grazia, leggerezza e brio, intrecciando sapientemente commedia, tragedia e lieta fine, e fondendo impegno e piacevolezza.

   
   
La sposa bambina
regia di Khadija Al-Salami (2014)

Nojoom, che in yemenita significa “le stelle”, ha un destino segnato fin dalla nascita: suo padre infatti cambia il suo nome in Nojoud, ovvero “nascosta”, e pur amandola consegna sua figlia alle regole non scritte della convivenza nello Yemen, che comportano una totale sudditanza delle femmine rispetto ai maschi. Quando Njoud compie 10 anni il padre, in una negoziazione condotta solo fra uomini, la dà in sposa a un uomo che ha almeno trent’anni più di lei. Per fortuna Nojoom/Nojoud è uno spirito indomito e trova la via di fuga dal villaggio arcaico in cui l’ha segregata il marito per recarsi al tribunale di Sana’a, dove chiederà per sé il divorzio. La conoscenza profonda dei luoghi e della mentalità che Al Salami racconta rendono La sposa bambina un documento autentico nel rappresentare una pratica retrograda come il matrimonio infantile (oltre che combinato).

   
   
Foxfire - Ragazze cattive
regia di Laurent Cantet (2012)

Anni Cinquanta. In una piccola città dello Stato di New York un gruppo di ragazze adolescenti decide di vendicarsi delle umiliazioni e dei continui soprusi subiti dagli uomini: fondano così la società segreta “Foxfire”, sfidando ogni regola sociale e scardinando il soffocante conformismo dell’epoca...

   
   
Vogliamo anche le rose
regia di Alina Marazzi (2007)

Un documentario che racconta il profondo cambiamento avvenuto nel costume in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta grazie alla liberazione sessuale e al movimento femminista. Vengono riproposte le più importanti tappe di questo percorso filtrandole attraverso lo sguardo femminile di una regista poco più che quarantenne.

   
   
Volver - Tornare
regia di Pedro Almodóvar (2006)

Raimunda, una giovane madre de la Mancha, trova rifugio dal suo passato a Madrid, dove vive col suo compagno Paco e la figlia adolescente, Paula. Durante un tentativo di abuso da parte del patrigno, Paula lo pugnala a morte. Scoperta la tragedia, Raimunda “abbraccia” la figlia e la legittima difesa, coprendo l’omicidio e occultando il cadavere. Questo evento disgraziato rievoca fantasmi dolorosi e mai svaniti. Dall’aldilà torna Irene, sua madre, a chiederle perdono e a riparare la colpa.

   
   
Monster
regia di Patty Jenkins (2003)

La storia vera di Aileen Wuornos, una prostituta condannata a morte per sei omicidi e giustiziata in Florida nel 2002. La donna, si dichiarò colpevole, appellandosi però alla legittima difesa.

   
   
Sotto accusa
regia di Jonathan Kaplan (1988)

Nella contea di Birchfield, Washington, una notte una ragazza fugge via da un pub della periferia. Il suo nome è Sarah Tobias, riporta segni di violenza sul corpo e dichiara di aver subito uno stupro di gruppo nella sala giochi del locale. A occuparsi del caso è l’avvocatessa Kathryn Murphy, che, se non incontra difficoltà a far riconoscere a Sarah i violentatori, due abituali frequentatori del pub e un giovane studente dell’Università di Washington, trova più problemi nel reperire sicure testimonianze della serata. La linea degli avvocati della difesa sostiene che Sarah sia una sbandata e che quella sera fosse ubriaca e avesse intenzionalmente provocato e incitato il rapporto sessuale di gruppo e Kathryn teme che una sua deposizione in tribunale possa aggravarne la posizione, quindi opta per un patteggiamento. Ma quando emergono nuovi particolari sulla serata e la presenza di un possibile testimone chiave, decide di estendere il capo d’imputazione anche agli incitatori dello stupro e di andare fino in fondo.

   
   
Il colore viola
Steven Spielberg (1985)

Celie è una ragazzina di quattordici anni che a seguito delle violenze subite da parte del padre dà alla luce due bambini, un maschio e una femmina, che le vengono brutalmente strappati. Il padre la fa sposare a un uomo che le usa violenza, ma a un certo punto arriva da loro la sorella Nettie, che ha deciso di scappare di casa in seguito alle molestie sessuali che il padre le rivolge. Nettie è l’unica persona al mondo da cui Celie si senta amata e che ama profondamente a sua volta...

   
   
   
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